Consiglio comunale, ultima battaglia. Atto d’indirizzo scatena polemiche

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Il consiglio comunale di Alcamo va in naftalina e lo fa per l’approssimarsi delle elezioni amministrative in programma 10 e 11 ottobre. La seduta di ieri è davvero sembrata l’ultima battaglia, ancora più accesa dal clima elettorale.

La maggioranza, o comunque una parte di essa visto che in aula erano presenti soltanto 14 dei 24 consiglieri che compongono il parlamentino comunale, ha lasciato il segno sul futuro urbanistico della città. In extremis, e dopo che la precedente conferenza dei capigruppo non era stata dotata, sul tema, della documentazione necessaria, il consiglio ha votato un atto di indirizzo con cui impegna il sindaco, ovviamente quello della prossima legislatura, ad adottare apposita direttiva finalizzata ad accantonare l’iter di revisione del PRG, proponendo la revoca dello schema di massima approvato il 13 maggio del 2019, e ad avviare l’iter del “PUG”, il Piano Urbanistico Generale introdotto dalla recente legge regionale numero 19.

L’atto di indirizzo, fortemente caldeggiato dal vice-presidente dell’assise, Gino Pitò, è stato votato dal Movimento 5 Stelle e dal nuovo alleato ABC. Astenuti Asta, Puma e Calandrino; contrari Allegro, Dara e Messana. Quest’ultimo ha lanciato invettive e accuse molto pesanti prima, durante e dopo i lavori consiliari. “Si tratta di una vergogna inaudita – ha detto – che potrebbe anche far gettare nel cestino le spese sostenute dal comune finora per gli incarichi conferiti per redigere lo schema di massima del PRG. In tal senso – ha detto l’esponente dell’UDC – anche la dirigente dell’urbanistica ha palesato alcuni dubbi.

Fra l’altro non è ancora chiaro se la legge ammette che il PUG possa subentrare ai PRG anche quando la redazione di questi ultimi è in fase avanzata. Votare un atto di indirizzo che comporta una successiva direttiva in materia urbanistica – ha concluso Saverio Messana – rappresenta un atto grave e anche di grave arroganza”.