Acqua, colonnine elettroniche mai funzionanti. Chiavette restituite

0
95

Nel 2017 il comune di Alcamo non rinnovò le licenze di attingibilità d’acqua dai pozzi privati interrompendo, di fatto, un giro d’affari che, per tantissimi anni, aveva fatto arricchire proprietari degli stessi pozzi e delle autobotti per trasportare l’acqua. Un’indagine su tali vicende, messa a punto dalla Guardia di Finanza e che in un primo momento aveva inserito fra gli indagati anche il sindaco Domenico Surdi e la dirigente comunale Anna Parrino, diede poi ragione all’amministrazione comunale.

Nell’ambito della successiva operazione ‘Palude’, infatti, i finanzieri hanno messo per iscritto che il Comune di Alcamo aveva agito correttamente fermando la distribuzione dell’acqua dai pozzi privati con la costante destinazione al consumo umano, situazione di illegalità in quanto acqua non potabile.  Tanti gli indagati raggiunti da avvisi di garanzia: altri funzionari comunali, autotrasportatori e proprietari di pozzi.

Dopo l’archiviazione di Surdi e Parrino, però, mai è cominciato il processo in quanto tuti gli altri indagati, via via, sono stati prosciolti. In quel periodo venne predisposto un nuovo regolamento comunale che di fatto sentenziò che gli alcamesi potranno rifornirsi soltanto di acqua potabile. In quel periodo vennero anche acquistate e installate quattro colonnine elettroniche, dotate di tecnologie avanzate, per alleggerire il via vai di autobotti dai punti di carico presenti nei pressi del ‘bottino’.

Una spesa, fra acquisto, montaggio e altri lavori necessari, di oltre 60.000 euro. Gli autotrasportatori, per riempire le loro autobotti, vennero dotati di chiavette elettroniche ricaricabili. Le chiavette e le colonnine, però, non hanno mai funzionato. I supporti magnetici sono stati quindi restituiti al comune di Alcamo e le somme versate dagli autotrasportatori recuperate dopo diversi anni.

I punti di carico, fra l’altro non tutti, vengono utilizzati soltanto per rifornire le autobotti di vigili del fuoco e protezione civile. Di colonnine elettroniche e chiavette magnetiche, neanche a parlarne. L’inchiesta della Guardi di Finanza si è quindi sgonfiata dopo le decisioni del GIP ma nessuno si è mai occupato delle colonnine e dell’eventuale danni all’erario.