Condannato avvocato alcamese, avrebbe trattenuto risarcimento riconosciuto a ditta

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Circa un mese fa era stato sospeso dal GIP di Trapani dall’esercizio dell’attività’ professionale, per un periodo di otto mesi, perché accusato di truffa e infedele patrocinio ai danni di due anziani suoi clienti di Castellammare del Golfo. Adesso, per un’altra vicenda, l’avvocato alcamese Josè Libero Bonomo, 55 anni, è stato condannato dal tribunale di Trapani e interdetto dai pubblici uffici. Il legale, che da qualche tempo ha chiuso il suo studio di corso dei Mille ad Alcamo, trasferendolo a Palermo, secondo l’accusa si sarebbe appropriato di circa settantamila euro, la somma versata dall’Acciaieria Arvedi alla Tecno Building System, società fallita che si era rivolta proprio all’avvocato Bonomo per risolvere il contenzioso.

A far emergere quanto accaduto lo stesso curatore fallimentare dell’azienda di contrada Fegotto che ha denunciato di non avere mai ricevuto il bonifico che la controparte assicurava di aver pagato. La somma sarebbe invece finita sul conto corrente dell’avvocato alcamese che avrebbe dichiarato di essere stato autorizzato dall’amministratore della Tecno Building. Nella memoria difensiva, i legali di Bonomo, la moglie Lea Lucchese e Carmelo Carrara, hanno respinto ogni addebito, sottolineando che Bonomo aveva titolo ad incassare i soldi perché l’ex amministratore della società lo acconsentì, affinché potesse trattenere una parte in compensazione di pregresse prestazioni professionali.

L’avvocato Josè Libero Bonomo è noto per altre vicende e anche abbastanza controverse. Fra queste spicca la denuncia di minacce subite a seguito della sua difesa di Lorenzo  La Rocca, il teste che ha poi permesso l’inchiesta sul sistema ideato dall’ex deputato regionale Norino Fratello ad Alcamo. E’ stato parte offesa in un procedimento, invece, che ha visto condannata una sua collega, Rosa Sanna, che gli avrebbe chiesto soldi per ritirare una denuncia.