C/mmare del Golfo: porto, vicina la ripresa dei lavori

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CASTELLAMMARE DEL GOLFO (TP) – Sempre più vicina la ripresa dei lavori al porto di Castellammare del Golfo. Ieri è stato effettuato dal Consorzio Veneto un sopralluogo nel cantiere, fermo oramai da quasi 4 anni, per verificare lo stato dei luoghi e farsi carico delle attrezzature necessarie per la ripresa dei lavori. “Stiamo lavorando per una ripresa dei lavori quanto più celere possibile – ha sottolineato il sindaco Nicola Coppola -. Il sopralluogo di ieri rappresenta un importante passo avanti poiché dall’insediamento abbiamo chiesto la ripresa dei lavori, compatibilmente con le indagini in corso, in modo da concretizzare quello sviluppo economico-turistico, strettamente legato al porto, che il nostro paese attende da tempo. Ringrazio gli Enti interessati – aggiunge il primo cittadino – poiché la ditta che si occupa dei lavori ha potuto verificare cosa occorre perché si possa ripartire con la messa in sicurezza, dopo il lungo tempo trascorso ed i conseguenti danni. Continuiamo a chiedere una veloce rimessa in moto del cantiere per evitare ulteriori problemi. Dovremmo quasi esserci”. Il porto castellammarese è stato formalmente dissequestrato il 28 novembre scorso, il cantiere è fermo esattamente dal 7 maggio 2010 quando la Guardia di Finanza, su disposizione della Procura, ha apposto i sigilli per l’ipotesi di reato di utilizzo di cemento impoverito. In seguito, il 6 luglio 2010, i lavori sono stati parzialmente dissequestrati, ma di fatto non sono mai stati riaperti i cantieri. La società consortile Nettuno S.C.A.R.L., esecutrice dell’appalto, ha anche rischiato di essere travolta dai debiti, pressata dai fornitori-creditori da un lato ed impossibilitata ad incassare gli stati di avanzamento dall’altro. In ballo un finanziamento da 40 milioni di euro che prevede il prolungamento della diga foranea, la messa in sicurezza e tutte le opere di completamento. All’epoca in cui scattò l’indagine furono passati ai raggi x le imprese appaltanti e sub-appaltanti coinvolte nel contratto di esecuzione dei lavori. I finanzieri avevano posto sotto sequestro l’intera struttura cementizia realizzata all’interno dell’area di cantiere del porto dove erano stati dislocati i massi artificiali destinati a contenere il moto ondoso e che non sarebbero stati considerati conformi a quanto stabilito dal contratto di appalto. Si era parlato dell’ennesimo caso di utilizzo di cemento “impoverito”. L’utilizzo di cemento depotenziato venne accertato nel gennaio del 2011, quando la magistratura verificò che il materiale utilizzato non era a norma e quindi confermando che il porto non era e non è tutt’ora in sicurezza. Le indagini si intrecciarono con quella antimafia denominata “Cosa Nostra resort” che vedeva come maggiore imputato Tommaso Coppola, imprenditore di Valderice, e Francesco Pace, arrestato anche lui e ritenuto boss della famiglia trapanese. Come sottolineato dalla Procura al momento del dissequestro e della restituzione dei blocchi di cemento le indagini proseguono ma “gli ulteriori accertamenti tecnici  predisposti con riguardo ad ulteriori e diverse condotte per il reato di frode nelle pubbliche forniture” consentono la ripresa dei lavori. La Procura ha rilevato inoltre che il dissequestro avviene anche su sollecitazione di Genio Civile e Comune “che hanno rappresentato l’esigenza della ripresa dei lavori”. Nel 2008 la precedente amministrazione ha trasferito alla Regione la gestione dell’appalto (circa 24 milioni di euro).

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