Castelvetrano: Messina Denaro, parla Cimarosa

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Si rompe il muro dell’omertà attorno alla latitanza del boss Matteo Messina Denaro? Sembrerebbe proprio di sì. Ci sarebbe uno degli uomini fidati del numero uno di Cosa nostra che avrebbe deciso di collaborare con la giustizia. E’ quanto rivela questa mattina il quotidiano La Repubblica. Uno degli uomini più fidati del capomafia trapanese ha deciso di parlare con i magistrati, secondo il quotidiano. Si tratta dell’imprenditore Lorenzo Cimarosa, 54 anni, uno degli arrestati nel blitz del 13 dicembre scorso, la cui moglie è cugina del superboss. “Sono esasperato dai continui arresti, dalle perquisizioni e dai sequestri che fate a Messina Denaro” avrebbe detto il collaborante ai carabinieri del Ros. Ai magistrati Paolo Guido, Marzia Sabella e Teresa Principato ha spiegato il proprio ruolo all’interno dell’organizzazione, quello di provvedere al sostentamento del boss e della sua famiglia, negli ultimi due anni. Negli ultimi mesi Cimarosa avrebbe fatto avere a Messina Denaro circa 60 mila euro, 8 mila soltanto nel mese di dicembre. La sua azienda, la M. G. costruzioni, intestata ai figli e che nel trapanese si è aggiudicata appalti importanti, è considerata dal boss come una sorta di bancomat. Nelle dichiarazioni di Cimarosa la storia di appalti, tra cui quello relativo alla realizzazione del parco eolico di Mazara del Vallo. L’inchiesta di qualche settimana fa ha accertato l’esistenza di un articolato circuito imprenditoriale, che assicurava di fatto il controllo quasi monopolistico nel settore dell’edilizia e relativo indotto, mediante la gestione e la realizzazione di importanti commesse, tra cui opere di completamento di aree industriali, parchi eolici, strade pubbliche e ristoranti. La collaborazione di Cimarosa potrebbe essere utile proprio in questa direzione: si spera di potere ricostruire con esattezza il sistema di potere e spartitorio, puntando alla scoperta di altri meccanismi ancora oggi in fase di indagine. L’organizzazione era in grado di monitorare costantemente le opere di maggiore rilevanza del territorio, intervenendo nella loro esecuzione con una fitta rete di società controllate in modo diretto o indiretto da imprenditori mafiosi ed elementi di spicco del sodalizio. Dalle indagini è emerso il ruolo di responsabilità decisionale raggiunto in seno al sodalizio mafioso da Patrizia Messina Denaro e da Francesco Guttadauro, rispettivamente sorella e nipote del ricercato. Proprio perché marito della Denaro, i magistrati sono convinti che l’imprenditore possa rivelare moltissimi particolari che possano anche portare sulle tracce del superlatitante. L’inchiesta ha inoltre accertato la diffusa pressione estorsiva esercitata sul territorio anche ai danni di imprese concorrenti e perfino di privati cittadini che avevano ereditato una rilevante somma di denaro. Allo stato Cimarosa può essere considerato un semplice “dichiarante” ma presto potrebbe diventare un vero e proprio collaboratore. Posizione ed eventuale pentimento che dovranno vagliare attentamente i magistrati.