La montagna ha partorito il topolino. La nostra denuncia e la nostra battaglia per regalare un minimo di segnaletica al castello di Calatubo, cominciata circa un anno fa, ha prodotto l’installazione di un solo cartello, per di più semi-nascosto e appena visibile soltanto dalla corsia della strada in direzione Balestrate. Nel senso di marcia opposto, neanche questo. Una piccola freccia, e per di più con la scritta generica ‘castello’, è stata posta dopo la svolta che bisogna fare per raggiungere la roccaforte. Invece sulla strada interprovinciale che collega Alcamo con Balestrate, partendo da contrada Sasi, neanche un minimo di segnaletica che indichi la necessita di svoltare. Insomma è stato bello realizzare un primo restauro al castello di Calatubo e installare l’illuminazione su due lati dell’antico maniero, ma quell’inaugurazione, o passerella che dir si voglia, che senso avrà avuto se poi i turisti si ritrovano a brancolare nel buio per trovare la strada? Meno male che le nuove tecnologie danno una mano di aiuto con google maps. Ma se dovesse saltare internet? Partirebbe allora la caccia al tesoro per azzeccare l’itinerario da seguire per raggiungere il castello di Calatubo.
Finora la giunta Surdi è riuscita a partorire soltanto un cartello, per di più decentrato e poco visibile, e nient’altro. L’antico maniero resta quindi invisibile e soprattutto inaccessibile per turisti e appassionati di storia. La roccaforte di Calatubo, che sorge al confine fra Alcamo e Balestrate, non ha ancora una segnaletica stradale. Fra Alcamo, Castellammare, Balestrate, Partinico e Trappeto sorge adesso soltanto questo misero cartello. Ma è questo il modo di incentivare il turismo? A cosa serve poi andare a gongolare alla BIT di Milano?
Tanto pe la cronaca, nel 2018 l’associazione ‘Salviamo il castello di calatubo’ aveva presentato un apposito progetto per partecipare al “bilancio partecipato”. Un intervento di soli 735 euro per una decina di indicazioni. L’iniziativa però venne bocciata.
