Caro gasolio e pesce invenduto, stop alle attività. 40 motopesca fermi a Mazara del Vallo

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Il corteo di barche di pescatori partito dal porto di Lampedusa per posare una corona di fiori a largo della costa per rendere omaggio ai migranti del tragico naufragio, 05 ottobre 2013. Boats with fishermen leaving to throw a bunch of flowers in the sea near the Lampedusa harbour after a boat with migrants sank killing more than a hundred of people, 05 October 2013. ANSA / ETTORE FERRARI

Non siamo ancora in autunno quando, secondo gli esperti, i salassi per le famiglie e le aziende, a causa dei prezzi di gas ed energia elettrica alle stelle, ma già arrivano i primi segnali. I pescherecci di Mazara del Vallo si sono infatti fermati proprio a causa dell’altissimo costo del gasolio e per i relativi effetti sul mercato del pesce. Restano quindi in porto, ad oltranza, i pescherecci anche a causa delle grosse quantità di pescato rimasto invenduto. Stessa protesta anche a Licata. Il blocco a Mazara del Vallo è stato indetto da Federpesca, alla quale sono associati armatori di una quarantina di motopesca, la maggioranza della flotta mazarese che esercita la pesca d’altura mediterranea del gambero rosso.

“Sosteniamo con forza la protesta dell’armamento della pesca siciliano strozzato dal caro gasolio e dalla spietata concorrenza dell’import di prodotto ittico di provenienza nordafricana”. Lo ha detto Giuseppe Messina, segretario regionale Ugl sulla protesta delle marinerie di Mazara del Vallo e di Licata, che hanno deciso di spegnere i motori e lasciare in porto i pescherecci. “Ci associamo al grido d’aiuto alle istituzioni lanciato delle imprese di pesca e dai pescatori – afferma Messina – ci chiediamo che fine abbiano fatto i 10 milioni di euro stanziati dal parlamento siciliano per sostenere le imprese del settore costrette ad affrontare aumenti incontrollati del costo del gasolio.” “Chiediamo al governo regionale – ha ribadito l’UGL Pesca – di dare immediata risposta alle imprese di pesca siciliane ed alle migliaia di pescatori sul fronte dello sblocco del contributo quale concorso per la copertura delle spese sostenute per il consumo del gasolio negli anni 2021 e 2022, di farsi promotore di maggiori controlli all’ingresso del prodotto ittico nei mercati siciliani e di tutelare concretamente il prodotto siciliano e la sua filiera.”

“Le imprese di pesca – ha concluso Giuseppe Messina – pagano lo scotto di una politica nel complesso distratta e poco vocata a leggere la geopolitica nel Mediterraneo perché è chiaramente sleale la concorrenza delle attrezzate marinerie del Nord Africa che pescano negli stessi areali dei siciliani ma che acquistano il carburante a meno della metà e che, per di più, non sono soggette a limiti.”