Carenza idrica, turni brevi o saltati. Utenze ex EAS, acqua senza canone

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Qualcuno in campagna elettorale, nel 2016, forse mal consigliato dalla mancanza assoluta di esperienza tecnica e amministrativa, aveva promesso agli alcamesi 50 litri di acqua potabile a testa al giorno, e per di più gratis o quasi.  Progetti e programmi esageratamente ambiziosi, anzi irrealizzabili. La situazione idrica, ad Alcamo, è sempre rimasta abbastanza critica anche se, per certi versi, è leggermente migliorata.

Restano sempre, però, periodo di magra provocati dall’abbassamento delle falde acquifere durante la stagione calda e anche dalle costanti rotture nelle reti esterne, sia quella comunale che arriva da Dammusi che quella di Siciliacque che porta il prezioso liquido da Montescuro Ovest. Proprio quest’ultima lunga condotta sa subendo riparazioni in questi ultimi giorni e l’acqua è arrivata con il contagocce. Ieri, per il secondo turno, soltanto un paio d’ore d’erogazione mentre oggi è saltato il terzo perché i serbatoi hanno bisogno del necessario accumulo.  La terza zona dovrebbe essere servita domani.

Ieri intanto è stata aperta l’acqua per le contrade servite anni fa dall’EAS (Scasmpati, Tempi Rossi, Catanese, Bigurdo fino ad Alcamo Marina). Centinaia di famiglie che sono rimaste a secco, in questo caldissimo scorcio d’estate, per una decina di giorni. Anche qui ci sarebbe da chiarire alcuni aspetti. Chi e quando pagherà l’acqua che il comune eroga? Le utenze, infatti, non hanno alcun contatore collegato al comune di Alcamo ma hanno ancora quelli EAS. La giunta Surdi pensa di rivalersi delle spese bussando a quattrini alla Regione.

La vicenda ex EAS è però davvero intricata e si rischia di avere erogato acqua, acquistata con denaro comunale, senza incassare alcun centesimo. Insomma la giunta Surdi si trova a dovere fare i conti con la solita coperta corta. C’è poca acqua di questi tempi ma bisogna anche servire le contrade lasciate a secco dall’ex Eas. Allora la scarsa dotazione idrica viene tolta alla città per essere trasferita a quelle contrade fra l’altro senza avere alcun ritorno economico in termini di canone idrico. Insomma i 50 litri al giorno per ogni alcamese sono una vera boutade elettorale.