Bica è deputato regionale, Catania torna a casa. Ineleggibilità confermata in appello

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Giuseppe Bica, ex sindaco di Custonaci e da sempre militante nei partiti della fiamma tricolore, potrà fare il suo ingresso, come parlamentare, all’Assemblea Regionale Siciliana. Già domani potrà prendere il posto di Nicola Catania, ex sindaco di Partanna e transitato due anni fa in Fratelli d’Italia, dichiarato ineleggibile anche nel giudizio di secondo grado. Catania potrà adesso ricorrere in Cassazione ma il suo ricorso non blocca l’esecutività della sentenza emessa dalla prima sezione civile della Corte di Appello di Palermo. Il presidente Giovanni D’Antoni ha emesso il suo verdetto dopo aver sentito il procuratore generale e i legali delle parti costituite.

L’ineleggibilità di Nicola Catania al parlamento siciliano era stata già sancita in primo grado, nel giugno scorso, ma l’esponete di Fratelli d’Italia aveva presentato appello. L’ex sindaco di Partanna, oltre ad avere perso il seggio a sala d’Ercole in favore di Giuseppe Bica è stato anche condannato al pagamento delle spese di lite a Bica liquidate in 8.500 euro oltre alle spese generali, nonché oltre C.P.A. e I.V.A. Molto probabilmente Catania ricorrerà in Cassazione ma domani la rappresentanza trapanese a sostegno del governo Schifani cambierà fisionomia. Il deputato eletto nella lista di Fratelli d’Italia non sarà quindi più Nicola Catania bensì Giuseppe Bica.

Ad impugnare l’elezione del partannese era stato il custonacese che aveva affidato mandato all’avvocato alcamese Alessandro Finazzo. Il nocciolo della vicenda e quindi dell’ineleggibilità di Catania all’ARS stava nella carica che quest’ultimo rivestiva ai vertici dell’Ato Rifiuti. Un incarico dal quale l’ex sindaco di Partanna si sarebbe dovuto dimettere prima rispetto a quando effettivamente aveva presentato le dimissioni.

La querelle fra Bica e  Catania è la seconda in provincia di Trapani scaturita dalle ultime elezioni regionali. L’altra aveva riguardato il PD e il ricorso presentato da Domenico Veuti contro Dario Safina. In questo caso però i giudici confermarono l’eleggibilità del trapanese che rimase quindi in carica all’ARS.