Ars, 2 milioni di euro per madri in difficoltà. Denuncia partita dalla madre di una bimba malata

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Un fondo straordinario da 2 milioni di euro in favore delle madri siciliane in casi di estrema necessità: questo l’emendamento presentato dal presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani all’Ars nell’ambito della Finanziaria. La manovra segue la denuncia alla stampa di una giovane palermitana di 30 anni, madre di una bambina di sette anni, affetta da una rara malattia metabolica.

L’Azienda sanitaria provinciale di Palermo, da giorni, non le avrebbe più fornito il farmaco necessario per far fronte alla malattia della figlia: circostanza questa che avrebbe costretto la donna ad indebitarsi per comprarlo a proprie spese. “Mi sono presentata lunedì con il piano terapeutico trimestrale per avere i flaconi di bioarginina, un farmaco comune che si trova al prezzo di circa 15-20 euro – ha dichiarato la madre – e mi hanno rimandata indietro a mani vuote. “Ho un debito di oltre 200 euro con le farmacie e l’Asp mi ha negato il rimborso delle spese che ho dovuto affrontare, nonostante la medicina non sia disponibile nei suoi magazzini ormai da mesi”.

Una grave disagio quello vissuto dalla giovane palermitana, ma non certamente un caso isolato: tantissime madri, infatti, sono costrette a far fronte di tasca propria, ad un diritto che dovrebbe essere perennemente riconosciuto dalla sanità e che, troppo spesso, rischia di essere messo in discussione perché nessuno vede e nessuno sente. “Sebbene la gara di solidarietà sia già partita nei confronti della signora – ha dichiarato il governatore Schifani – riteniamo doveroso dare un indirizzo di carattere generale: le madri siciliane in difficoltà non sono sole. Con questo provvedimento vogliamo manifestare un interesse reale non soltanto per il singolo caso”.

Sul caso è intervenuto anche Roberto Tobia, segretario nazionale e presidente provinciale di Federfarma. “Una situazione che rischia di diventare esplosiva, se passerà la riforma sull’autonomia differenziata – ha dichiarato il segretario. Il rischio è che le regioni “virtuose” abbiano maggiori margini di spesa per contrattare con le aziende farmaceutiche, a scapito di regioni come la Sicilia che, invece, deve fare ancora i conti con il piano di rientro”.