Approvata legge di riorganizzazione cave, mai più abbandoni di siti estrattivi

0
197

Un settore che occupa in Sicilia circa 10.000 addetti, quasi interamente nel trapanese e nel ragusano, e produce un fatturato di oltre 250 milioni di euro all’anno. Sono questi i numeri del settore delle cave che ieri pomeriggio ha ricevuto una riorganizzazione votata dall’Assemblea Regionale Siciliana. La novità più importante della riforma è quella che da ora in poi nessuna cava di materiale lapideo in Sicilia potrà essere abbandonata al termine del ciclo estrattivo, come avviene finora. “Un fatto, quello del voto unanime, che non si verifica spesso all’ARS – ha detto il capogruppo di Forza Italia, il marsalese Stefano Pellegrino, che sul tema avevano proposto un DDL – e che indica come questa normativa fosse voluta da tutti i i diversi soggetti interessati a questo settore che contribuisce in modo significativo all’export nazionale ed internazionale della nostra Regione.” Grazie alle norme approvate a Sala d’Ercole, chiunque chiederà una concessione per la coltivazione di un sito estrattivo dovrà assumere formalmente l’impegno, garantito da una fidejussione bancaria o da versamenti annuali collegati al canone di concessione, per il recupero ambientale del sito una volta terminato il ciclo produttivo. Niente più siti abbandonati, quindi, come purtroppo successo per centinaia di casi in Sicilia e i relativi sfregi al territorio e al paesaggio. La legge approvata porta una radicale semplificazione della normativa, oggi suddivida fra ben quattro diverse leggi regionali, te tiene anche conto della più recente normativa nazionale contenuta nel cosiddetto “Codice dell’ambiente”. “In questo modo – afferma l’onorevole Pellegrino – rendiamo più snello il settore, dando allo stesso le adeguate tutele a chi opera in modo regolare e contrastando l’abusivismo che crea un doppio danno all’economia legale e ai siti interessati nei quali la coltivazione e l’estrazione avvengono in modo incontrollato.” Anche in considerazione dell’attuale composizione del comparto estrattivo, la nuova legge regionale ridisegna il sistema dei canoni, che potranno variare in funzione dell’area di cava e dei volumi estrattivi, a vantaggio delle piccole imprese e soprattutto collegando i costi all’effettiva produttività di un sito.