Anche Plotti e Mogavero salutano Papa Francesco

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Tutto il mondo plaude all’elezione del nuovo Pontefice, Jorge Mario Bergoglio, primo papa sudamericano nella storia della Chiesa, primo gesuita e primo Francesco.

Un evento rivoluzionario – a detta di molti – che accentua la visione missionaria del cattolicesimo. Nel commento a caldo con cui l’Amministratore Apostolico della Diocesi di Trapani Alessandro Plotti, ha salutato il nuovo vescovo di Roma, si legge:

“Ringrazio i signori cardinali che hanno ascoltato davvero lo Spirito e si sono confrontati con i problemi drammatici del mondo di oggi dilaniato dalle disuguaglianze e dalla violenza e ci hanno donato un Papa che, al di là di tutte le previsioni e le illazioni fatte dalla stampa, sarà vicino alla gente soprattutto alle popolazioni più diseredate del mondo.

Preghiamo dunque il Signore perché lo assista, lo illumini e gli dia la forza di un profondo rinnovamento, di stile e di approccio, nella Chiesa di cui tutti sentiamo l’urgenza.

Per me due soprese. La prima è legata a questo modo nuovo, inedito, di esercitare il suo ministero. Ha detto subito nel suo primo saluto che vuole essere il vescovo di Roma. Un cambiamento di prospettiva enorme. Papa Francesco non si presenta da papa come un super-vescovo ma come vescovo di Roma: un vescovo come tutti gli altri ma che conferma e presiede tutti gli altri vescovi del mondo nella carità.

Un’altra sorpresa è il nome: Francesco. Questa scelta è una bomba! Vuol dire che il Papa vuole impostare il suo ministero dando il primato ai poveri, non solo a coloro che sono poveri economicamente, ma ai poveri di spirito, ai poveri di dignità perché la riacquistino. E’ un ritorno all’essenzialità del Vangelo che è il Vangelo dei poveri.”

Anche il Vescovo di Mazara del Vallo, monsignor Domenico Mogavero, stamane, prima della celebrazione eucaristica Interforze nella Cattedrale Ss. Salvatore di Mazara, ha voluto commentare l’elezione: “I cardinali hanno scelto rapidamente il nuovo Vescovo di Roma, come Papa Francesco ha amato sottolineare con grande semplicità, improntata allo stile francescano significato dal nome, assolutamente inatteso. Mi piace sottolineare anche l’origine migrante del nuovo Papa, di lontane origini italiane. Che un figlio della migrazione assurga a un ministero ecclesiale così alto lo ritengo un segno dei tempi e la premessa per far morire definitivamente taluni pregiudizi di emarginazione, che offendono la dignità delle persone. A Papa Francesco l’attestazione di affetto filiale e fraterno, accompagnata dalla preghiera fervida per il suo ministero”.