ANCE, serve 10 miliardi per realizzare le infrastrutture. 138 le opere incompiute

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Piano di rimodulazione del “Pnrr”, argomento al centro delle trattative fra il governo nazionale e la Commissione europea. Secondo i vertici regionali siciliani di ANCE, l’associazione nazionale costruttori edili, auspica che il governo della Regione presenti una proposta che, mettendo insieme tutte le risorse non spese nelle precedenti programmazioni, i residui di spesa risultanti dai riaccertamenti di bilancio e anche parte della nuova programmazione, rimoduli gli stanziamenti e impegni almeno 10 miliardi di euro per il completamento e la realizzazione dei numerosi assi di collegamento interni connessi alle principali opere strategiche sulle quali il governo nazionale ha puntato per inserire la Sicilia nei corridoi transeuropei e mediterranei, cioè l’Alta velocità Palermo-Catania-Messina, i porti, gli aeroporti, le Zes e il Ponte sullo Stretto.

Ance Sicilia, quindi, ritiene prioritario reperire con urgenza i finanziamenti necessari a sbloccare le 138 opere incompiute censite dalla Regione, a completare gli assi principali ferroviari, anche l’anello del Sud-Sicilia da Pozzallo a Trapani, a chiudere il tracciato autostradale nel meridione dell’isola con la Gela-Castelvetrano, a contribuire all’integrazione della copertura finanziaria del Piano di investimenti Anas in Sicilia e infine a dare finalmente copertura finanziaria ai nove Accordi quadro per la manutenzione delle strade interne dell’Isola.

La Sicilia – sostengono costruttori e imprenditori edili – ha disperso la programmazione dei fondi strutturali e di Coesione 2014-2020 in tanti interventi minori che non hanno fornito i risultati attesi e, nonostante ciò, dopo ben 9 anni e a sei mesi dalla scadenza ultima, ancora deve spendere oltre il 40% del budget. In più, Ance Sicilia osserva come la nuova programmazione 2021-2027 sia stata messa a punto dal precedente governo in una situazione generale e in un contesto socio-economico totalmente diversi dagli attuali, superati come sono dall’evoluzione della crisi energetica e inflazionistica e della geopolitica. Per questo, conclude l’associazione costruttori edili, non si può attendere la revisione annuale del Comitato di sorveglianza per attualizzare la programmazione dei fondi di Coesione.