Alloggi popolari ad Alcamo, ditta cita IACP in tribunale: “progetto carente”. Diffida di un confinante

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Più che tribolato l’iter per la realizzazione di 22 nuovi alloggi popolari ad Alcamo nell’ambito del progetto, predisposto dallo IACP, di riqualificazione edilizia urbana di via Mistretta e corso Generale Medici. La rescissione del contratto di appalto con l’ATI Cassisi-Moscariello, come era nelle aspettative, è finita in tribunale con la ditta che, dopo non avere ricevuto il pagamento del primo SAL e ottenuto una perizia extragiudiziale sul progetto dalla M&M Consulting, ha dapprima inoltrato in procura un esposto-denuncia e poi ha citato in giudizio l’Istituto Autonomo Case Popolari di Trapani con udienza fissata per il 30 settembre prossimo.

Il legale dell’ATI, l’avvocato Paolo La Spina ha sostenuto che il progetto fosse carente e deficitario e che l’istituto nulla avrebbe fatto per adeguarlo. Chiesto inoltre un risarcimento danni di 282.382 euro. Il braccio di ferro fra ditta aggiudicataria, adesso sollevata dall’incarico, e lo IACP non rappresenta comunque l’unico nodo spinoso della vicenda. Intanto l’appalto non è stato ancora riaffidato all’impresa che seguiva in graduatoria l’ATI Cassisi-Moscariello. Inoltre bisogna anche dirimere altre due questioni che van avanti da temo.

La prima riguarda l’ancora mancante accordo fra IPAB Pastore e comune di Alcamo. C’è l’intesa verbale per la cessione del terreno in cui si dovrebbe realizzare la villetta Barone Pastore e un piccolo parcheggio ma ancora la giunta Surdi non ha proceduto a sottoscrivere il rogito. La seconda riguarda invece una novità. Il proprietario di un manufatto, una cosiddetta riserva idrica,  che sorge ad angolo dell’angusta via Mistretta, Domenico Vutano, ha diffidato lo IACP a demolire parzialmente il fabbricato, come previsto nel progetto, perché pervenuto in sua proprietà, per atto notarile, il 18 settembre 2007.

Insomma un progetto da 3.000.000 euro redatto dallo IACP di Trapani ma in stretta sinergia con il comune di Alcamo. Possibile che nessuno abbia pensato prima a fare chiarezza suoi luoghi interessati dai lavori e soprattutto sulle lor proprietà?