Allarme dei presidi sugli accorpamenti delle scuole. Chiudere istituti favorisce criminalità

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Con l’accorpamento delle scuole aumenterà la dispersione scolastica e si consegneranno interi territorio alla criminalità. È l’allarme lanciato da presidi siciliani e sindacati di categoria sul piede di guerra per la norma contenuta nella legge di bilancio nazionale, che farà perdere l’autonomia a 109 istituti siciliani sotto la soglia minima di 900 alunni iscritti. Un provvedimento che, a partire dal prossimo anno, colpirà non solo dirigenti scolastici, direttori amministrativi e personale Ata, con oltre 500 posti a rischio, ma anche le famiglie, specialmente quelle che abitano nei comuni montani, nelle aree interne e nelle periferie delle grandi città più esposte allo spopolamento. A rischio denunciano i presidi è la stessa idea di scuola come presidio di democrazia.

La regione siciliana ha il record di dispersione scolastica, il 21 per cento secondo l’ultimo studio di Save the Children. Il rischio è anche quello di burocratizzare la scuola che perdendo autonomia farebbe un favore alla delinquenza, alla mafia in quartieri dove la scuola è l’unico presidio dello Stato. Specialmente nelle periferie le scuole sono l’unico ponte di collegamento con le famiglie. E non c’è soltanto la difesa sindacale dei posti di lavoro, ma la rivendicazione che nella scuola bisogna investire. La legge consente deroghe solo per il 7 per cento degli istituti sotto la soglia nel 2024, per il 5 percento per il 2025. Rimane un piccolo margine discrezionali alle Regioni, I sindacati preannunciano la richiesta di un tavolo con l’assessore Mimmo Turano perché questo provvedimento senza correttivi è il colpo di grazia alla scuola pubblica.