Alcamo-Vicenda Mario Lipari, restituzione di immobili confiscati, udienza rinviata

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Rinviato a data da destinarsi l’esame del ricorso presentato dall’alcamese Mario Lipari contro la confisca della sua abitazione, avvenuta nel marzo dello scorso anno, che ha gettato in mezzo alla strada una famiglia, vittima di una grande ingiustizia. Infatti Mario Lipari, pur non avendo mai subito una condanna, la vicenda risale a circa 20 anni fa quando fu denunciato per associazione mafiosa, si è visto togliere il bene più importante per una persona: la casa di abitazione realizzata negli anni con grandi sacrifici, frutto del lavoro di camionista sempre in mezzo alle strade d’Italia con qualsiasi condizione meteo. Il giudice assegnatario del procedimento si è astenuto e ha rimesso il fascicolo alla Prima sezione della Corte d’Appello. Il giudice che ha rinunciato al caso Lipari è lo stesso che aveva respinto l’istanza, presentata dall’avvocato Saro Lauria, per conto dell’alcamese Benedetto Labita per riottenere i propri beni dopo l’assoluzione per mafia. Successivamente la Cassazione sentenziò che dovevano essere restituiti, per come è accaduto, gli immobili confiscati a Labita, cognato del defunto boss Vincenzo Milazzo. “Faremo di tutto – dice l’avvocato Saro Lauria – affinché venga riparato il gravissimo errore giudiziario perpetrato ai danni di Mario Lipari. La sentenza Labita ci rende fiduciosi affinché venga fatta giustizia e che venga abolito questo mostro giuridico: ovvero pur essendo assolto dallo Stato e lo stesso Stato a impossessarsi di ciò che non gli spetta”. Nelle gestione dei beni confiscati da più parti da tempo viene denunciato il fallimento dello Stato, come fra l’altro è emerso nella vicenda del giudice Saguto. Mentre immobili per miliardi e soldi liquidi depositati nella Cassa depositi e prestiti, restano inutilizzati.