Alcamo: via Florio, secondo attentato ad ambulante

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Secondo attentato con il fuoco nell’arco di appena tre mesi. Vittima un extracomunitario residente ad Alcamo la cui professione è quella di ambulante nel settore dell’ortofrutta. Ancora una volta il furgone da lui stesso utilizzato per portare avanti la sua attività è stato dato alle fiamme. Stessa modalità, stessa zona. Il mezzo era posteggiato in via Florio, praticamente all’angolo con la trafficatissima via Fusinato. Intorno alla mezzanotte qualcuno ha appiccato le fiamme al vano motore del Fiat Ducato, mandandolo completamente in fumo. Immediatamente è stato lanciato l’allarme al centralino dei vigili del fuoco del locale distaccamento che sono giunti sul posto in pochissimi minuti. Grazie alla tempestività dei soccorsi è stato possibile evitare che le fiamme si potessero propagare anche alla parte retrostante del mezzo. Il vano motore è andato completamente distrutto. Il fuoco ha anche mandato in frantumi il parabrezza, danneggiato il cruscotto e anche le due ruote anteriori. Ad avere aperto le indagini i carabinieri della Compagnia di Alcamo che al momento non escludono alcuna ipotesi. Certamente la posizione dell’ambulante è al vaglio anche in relazione al fatto che appena tre mesi fa subì un analogo attentato. Anche in quel caso il mezzo era posteggiato in via Florio e furono appiccate le fiamme sempre nella parte anteriore. Il fatto avvenne esattamente nella notte a cavallo tra il 25 e il 26 aprile scorsi e le alte lingue di fuoco, in quel caso, investirono anche un’auto posteggiata nelle vicinanze. Oggi come allora gli inquirenti non hanno dubbi sul fatto che si tratta di un raid doloso. Resta ovviamente da contestualizzare la matrice. Gli inquirenti stanno battendo tutte le piste possibili, investendo in particolare la sfera privata dell’uomo. Questa mattina in caserma sono state ascoltate diverse persone legate in qualche modo alla vittima dell’incendio: evidentemente i carabinieri hanno già imboccato una ben precisa ipotesi anche se, essendo alle prime battute dell’indagine, c’è il più stretto riserbo. Non è stata nemmeno scartata la possibilità che questi avvertimenti siano maturati nel contesto magari di dissidi a livello lavorativo, mentre appare meno probabile qualche possibile coinvolgimento con la criminalità organizzata.

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