Alcamo-Scarsa riscossione, Corte dei conti bacchetta il Comune

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Scarsa capacità di incassi, disavanzo di amministrazione, troppi contenziosi che rischiano di sommergere di debiti. Viaggiano su acque agitate le finanze del Comune di Alcamo ed a rilevarlo è la Corte dei conti che ha relazionato sul Rendiconto del 2015 dove emergono pericolose tendenze negative tra le pieghe del bilancio. In primis viene fuori la situazione allarmante dei residui attivi, vale a dire delle mancate riscossioni nei confronti di chi è moroso con il municipio, quindi parliamo anzitutto di evasori totali o parziali di tasse e tributi. E’ stata superata di gran lunga la soglia massima della mancata riscossione per un importo di 31,4 milioni di euro. Non solo perchè rispetto a questo problema incide come conseguenza l’alterazione del reale stato di salute economica del Comune: “Residui inesigibili o comunque non riscuotibili, se mantenuti nel rendiconto, – hanno evidenziato i magistrati contabili – incidono necessariamente sull’attendibilità dell’avanzo di amministrazione, con ricadute negative sugli equilibri di bilancio”. In pratica è di fatto alterato il “Fondo crediti di dubbia esigibilità” che contiene per l’appunto le somme dei soldi che il Comune di fatto non ha incassato. Preoccupanti “buchi” quindi anche sul fronte del risultato d’amministrazione dove risulta che il saldo pari a 29,9 milioni di euro è composto per 23,6 milioni di euro da parte accantonata, per 6,4 milioni da parte vincolata e per un altro milione e 300 mila dalla parte destinata agli investimenti, questo quindi comporta concretamente un “disavanzo di 1,4 milioni di euro”. Somma che in realtà è successivamente esponenzialmente cresciuta quando l’allora commissario straordinario che reggeva le sorti dell’ente, Giovanni Arnone, deliberò che dal riaccertamento straordinario dei residui il disavanzo sfiorava effettivamente i 5 milioni. Da qui fu deciso dal consiglio comunale dell’epoca di ripianare questa cifra in 30 esercizi finanziari con quote costanti sino all’estinzione. A dedurre sulle contestazioni il sindaco Domenico Surdi, che ha sostanzialmente ereditato questa situazione dal momento che è in carica dal giugno del 2016, e il ragioniere generale Sebastiano Luppino: “Vi sono stati ritardi delle procedure di riscossione coattiva dei crediti” hanno evidenziato confermando oltretutto che i crediti difficilmente esigibili non sono stati effettivamente stralciati. C’è poi un problema di non minor impatto ed è il fondo contenzioso, quindi quello relativo ai costi che il Comune deve sostenere nel caso di soccombenza in controversie giudiziarie. In questo caso la Corte dei conti ha sostenuto che questo fondo pari a 1,5 milioni nel 2015 risulta essere insufficiente “tenuto conto della mole del contenzioso stesso” ed ha sollecitato il Comune ad effettuare una più puntuale quantificazione delle passività potenziali. “Nel 2015 per problemi organizzativi dell’ufficio legale – ha controdedotto Luppino – non è stato possibile completare un registro analitico delle controversie”. “Il Collegio rileva che il Comune non ha contestato le criticità – scrivono i magistrati contabili – ma ha precisato che l’anno 2016 è stato caratterizzato, sul piano organizzativo e istituzionale, dall’avvicendamento tra la gestione commissariale e l’amministrazione eletta nel mese di giugno nonché dall’insediamento del nuovo segretario generale in data 16 novembre 2016; tutto ciò ha impedito di risolvere tempestivamente le disfunzioni del sistema dei controlli”.