Alcamo-Perse un occhio per un gancio, chiesti 100 mila euro

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Ha perduto l’uso dell’occhio sinistro a causa di un gancio, che nonostante fosse proibito, veni vano appesi i sacchetti contenenti rifiuti, che penzolano dai balconi. Infatti, nel recente passato, molti alcamesi per evitare di scendere in strada a depositare i sacchetti, li appendevano ad un gancio collegato ad una corda legata ai balconi. Raccolto il sacchetto i ganci continuavano a penzolare pericolosamente ad altezza d’uomo. Pare che anche oggi, seppur in maniera molto limitata, continua questo malvezzo.  Ma da quel giorno del sei febbraio di otto anni fa un tappezziere alcamese Girolamo Adamo,  che oggi ha 69 anni,  è stato costretto a patire una lunga via crucis fatta da interventi chirurgici che non gli hanno ridato la vista dell’occhio sinistro, tanto da non potere più lavorare con la dovuta attenzione che il suo mestiere comporta.  Girolamo Adamo si trovava davanti la porta del suo negozio, che si trovava al pianterreno di un immobile della via Cavour. L’uomo in più occasioni aveva invitato una coppia di coniugi che abita al primo piano a non esporre i rifiuti, che fra l’altro ondeggiavano davanti l’ingresso del suo negozio. Va aggiunto che un’ordinanza del Comune vietava questo tipo di esposizione dei sacchetti collegati ad un gancio in ferro e calati in strada con una corda.  Il sacchetto era stato rimosso in via Cavour dagli operatori ecologici ma il gancio era rimasto pericolosamente a penzolare quando all’improvviso viene urtato da un furgone in transito. Il gancio è diventato un proiettile che colpì l’occhio sinistro dello sfortunato artigiano, che gli comporterà la perdita della vista da un occhio. Girolamo Adamo, tramite l’avvocato Vito Galbo, che lo ha assistito in tutti i gradi del giudizio sino alla sentenza di ieri della Cassazione, presenta querela contro il Comune, contro l’autista del furgone rimasto ignoto poiché probabilmente nemmeno si accorse di quanto accaduto e nei confronti dei proprietari della casa del primo piano. Il gip archiviò la posizione del Comune di Alcamo, in quanto vigeva in merito un’ordinanza di divieto,  e rinviò a giudizio per lesioni gravissime una coppia di coniugi. Per tale reato penale da un mese e mezzo è intervenuta la prescrizione, ma i giudici della Corte di Cassazione ha sentenziato che i danni vengano liquidati in sede civile. L’avvocato Vito Galbo per il suo assistito Girolamo Adamo, ha chiesto un risarcimento di centomila euro.