Alcamo. Omicidio Coraci, processo agli sgoccioli

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Una serie di dichiarazioni spontanee da parte dei fratelli Francesco e Vincenzo Gatto, condannati in primo grado all’ergastolo per l’omicidio di Enrico Coraci. Una serie di dichiarazioni rese ieri davanti ai giudici della Corte d’assise d’appello di Palermo, per cercare di convincere il collegio giudicante che Francesco “non voleva uccidere il Coraci, ma che quel colpo di fucile, esploso il 21 novembre di due anni fa, partì accidentalmente”. Versione questa in contrasto con il principale teste di accusa Claudio Monticciolo, che quella notte si trovava insieme ai tre davanti la porta della sorella dei Gatto, che si trova nel Villaggio regionale di Alcamo. I giudici hanno respinto l’istanza con la quale i difensori hanno chiesto il confronto in aula tra Monticciolo e i Gatto. Durante la sua arringa uno dei difensori l’avvocato Carmelo Carrara ha sottolineato che i suoi clienti non avevano alcuna intenzione di uccidere Enrico Coraci. Per tale motivo ha chiesto il minimo della pena. Il processo riprenderà il prossimo 17 dicembre. Prenderà la parola l’avvocato Michele Magaddino, altro difensore dei Gatto e quindi ci sarà l’eventuale replica degli avvocati di parte civile: Sebastiano Dara, Bruno Vivona e Antonino Vallone ed a seguire quella del procuratore generale. Subito dopo la Corte andrà in camera di consiglio per emettere la sentenza. Si avvia dunque a conclusione il processo per l’omicidio dell’alcamese Ernico Coraci, che scosse l’opinione pubblica, anche per la notorietà dei Coraci, che ad Alcamo gestiscono negozi di abbigliamento.  L’omicidio, secondo i carabinieri che condussero le indagini, sarebbe maturato negli ambienti dello spaccio di droga ad Alcamo.  Enrico Coraci,  34enne di Alcamo fu ucciso con un colpo di fucile sparato a bruciapelo in via Ruisi, nel quartiere popolare “Villaggio Regionale” di Alcamo. I  familiari di Coraci – i genitori e le due sorelle –  si sono costituiti parte civile. In primo grado il processo si è svolto a Trapani con il rito abbreviato. Secondo le indagini tutto sarebbe iniziato un paio d’ore prima davanti alla panineria “Fame chimica” di piazza della Repubblica dove si svolge la movida selvaggia con grave disturbo per le persone che continuano ad invocare maggiori controlli, ritenuti molto carenti. Davanti alla panineria sarebbe scoppiato un alterco tra i Gatto e Coraci, poi sedato, come hanno raccontato ai carabinieri, alcuni testimoni. Niente dunque faceva immaginare il tragico risvolto.