Domani, sabato 24 febbraio, la prima di una serie di assemblee dei lavoratori e la raccolta dei rifiuti ad Alcamo potrebbe andare in tilt. Dalle 10,30 e sino alle 12,30 tutti i dipendenti dell’Energetikambiente, società che gestisce il servizio di raccolta e smaltimento della spazzatura, saranno riuniti nella sede della stessa ditta che si trova nella vicina Balestrate per confrontarsi con i sindacati. Il nuovo piano di gestione dei rifiuti, partorito in questi giorni dalla giunta alcamese, non piace a nessuno, nè agli operai, nè tantomeno ai sindacati.
I 5,8 milioni di euro previsti dal Comune sono considerati insufficienti per riuscire a garantire tutti i livelli occupazionali e i servizi annessi che sono stati ricompresi nel nuovo assetto del servizio. Oltre alla raccolta porta a porta sono state previsti anche gli interventi di manutenzione delle aree a verde, la pulizia delle spiagge per 4 mesi l’anno e delle aree antistanti l’arenile. Per questo è stato dichiarato lo stato di agitazione dei lavoratori dell’azienda di smaltimento rifiuti Energetikambiente.
A proclamarlo Fp Cgil, Fit Cisl e Uil Trasporti Trapani che considerano “inadeguato il piano di intervento prodotto dall’amministrazione comunale e che regolamenterà la raccolta dei rifiuti oggetto della prossima gara d’appalto”. Il nuovo Piano, previsto nell’ottica del passaggio al nuovo sistema di gestione Aro che andrà a sostituire gli Ato oramai in liquidazione, prevede anzitutto l’approvazione da parte della Regione e quindi solo dopo la pubblicazione della gara con affidamento per i prossimi 7 anni. La prima gara era stata già espletata lo scorso anno ma è andata deserta: evidentemente nessuna ditta ha ritenuto appetibile l’appalto e i soldi inseriti.
Ora, sempre secondo le organizzazioni di categoria, si rischia di replicare: “Con questi fondi previsti – afferma il segretario della Cgil di Alcamo, Giuseppe Favara – anzitutto rischiano di saltare da 10 a 15 unità lavorative che attualmente sono impiegate nel sevizio di raccolta rifiuti. Ma c’è anche di peggio: c’è infatti il serio rischio anche che come accaduto tempo fa, quando fu fatto il primo piano di gestione, l’appalto vada deserto perché poco appetibile per le imprese con conseguenze sicuramente negative per la città”. L’amministrazione comunale però ha già espresso di avere tutta un’altra visione:
“Siamo convinti che con questo piano – replica Surdi – si è in grado di garantire l’attuale livello occupazionale anche se chiaramente questa dovrà essere una valutazione della ditta che si aggiudicherà l’appalto. In qualunque dei casi se qualche criticità dovesse emergere siamo fiduciosi che comunque potrà essere superata”.
Intanto sindacati e lavoratori hanno approvato all’unanimità il via libera anche per attivare le procedure di raffreddamento che potrebbero portare all’arresto del servizio con giornate di sciopero: “Formalizzeremo – affermano Vincenzo Milazzo, Rossana Grimaudo e Giorgio Macaddino rispettivamente di Fp Cgil, Fit Cisl e Uil Fpl – una richiesta di consiglio comunale aperto per discutere della vicenda. Dopo serrati e frequenti incontri con i rappresentanti dell’amministrazione comunale dobbiamo esprimere la nostra viva preoccupazione per il piano di intervento confezionato dalla amministrazione comunale che riteniamo carente dal punto di vista organizzativo-strutturale e non garante dei livelli occupazionali presenti. Il piano di intervento così per come è stato elaborato non solo non garantisce un servizio al pari di quello oggi espletato ma non potrà portare alle percentuali di raccolta differenziata tanto decantate dall’amministrazione”.00