Alcamo-Nell’area artigianale cani avvelenati: tragedia annunciata

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L’emergenza a volte può anche trasformarsi in tragedia. Ed è quella che si è consumata alla vigilia dell’Immacolata ad Alcamo dove in contrada Sasi due cani sono stati trovati morti a causa di un avvelenamento. Si tratta di due cuccioli meticci che stazionavano a metà del vialone della zona artigianale, a pochi passi dalla sede della nostra emittente televisiva Alpa Uno. A salvarsi invece un altro cucciolo e i due genitori che hanno fatto appena in tempo ad essere strappati alla morte grazie all’intervento di alcuni volontari che hanno caricato gli animali e li hanno portati in uno studio veterinario. Episodio che forse poteva anche essere evitato dal momento che più volte la presenza di questi randagi era stata segnalata al comando di polizia municipale e anche all’ufficio Ambiente del Comune. I vigili urbani più volte sono intervenuti, in un caso hanno anche garantito la sicurezza per la presenza di un cane potenzialmente aggressivo. Dei dipendenti invece dell’ufficio Ambiente non c’è mai stata alcuna traccia nonostante più volte siano stati sollecitati all’intervento. Ad Alcamo si verifica il problema che in realtà è diffuso tra gli enti locali e cioè la mancanza di idonee strutture, attrezzature e personale per poter intervenire in casi come questi. E spesso quando burocrazia e carenza di fondi si mettono a braccetto la frittata è fatta. Del grave episodio di avvelenamento è stato anche personalmente informato il sindaco Domenico Surdi: “Spero davvero – scrive nella sua pagina facebook il primo cittadino – che i responsabili del vile gesto possano essere individuati e puniti. Il mio impegno sarà quello di programmare meglio l’intervento del Comune nella difficile lotta al randagismo, per garantire tutela ai cuccioli, sicurezza ai cittadini e supporto alle associazioni di volontari che ogni giorno dedicano tempo e risorse agli animali indifesi”. Non ci sarebbero dubbi sull’avvelenamento: a parte le evidenti tracce esterne, per via della formazione di bava di colore blu dai due cuccioli deceduti, non distante dal luogo in cui gli animali sono morti sarebbe stata trovata della carne con sopra sparsa una polverina, probabile traccia del veleno utilizzato. In realtà il Comune alcamese, o per meglio dire i propri concittadini, scontano anche fin troppo il problema del randagismo ancora oggi. Da considerare infatti che ogni anno il municipio paga all’incirca 400 mila euro per il ricovero di 500 cani accalappiati ad Alcamo negli anni e ricoverati in un canile di Rocca di Neto, in provincia di Crotone. La retta giornaliera per singolo animale praticata dal canile calabrese è pari a 1,56 euro esclusa iva fissata al 22 per cento. Moltiplicando questo dato per gli 11 anni di detenzione si arriva alla stratosferica cifra di circa 5 milioni di euro, centesimo più centesimo meno. Situazione che si consuma con sullo sfondo il paradosso di un rifugio sanitario realizzato dal Comune da tempo che però non apre i battenti. Prima per una serie di intoppi burocratici, poi scoppiò il caso della denuncia dei lavori abusivi da parte di un oramai ex consigliere comunale. Pare comunque che sotto questo aspetto lo stallo possa sbloccarsi da un momento all’altro.