Alcamo-Monte Bonifato, in cenere 50 ettari e un ferito

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ALCAMO. Il devastante incendio che ha imperversato per più di 24 ore su Monte Bonifato opera indiscutibile di un raid piromane. Questa la conclusione a cui è arrivato il Comune a conclusione di un sopralluogo effettuato questa mattina. Ad essere stata rinvenuta “un’area predisposta per far divampare l’incendio”. “Dopo il sopralluogo effettuato e rilevato con alcune foto – sottolinea il commissario del Comune, Giovanni Arnone – inoltreremo un esposto formale alla Procura della Repubblica di Trapani”. Il primo bilancio dell’incendio scoppiato ieri e domato soltanto nella mattinata di oggi è devastante: 50 ettari di bosco e macchia mediterranea andati bruciati. Seppur non paragonabile a quanto accaduto nel 2012, l’incendio di queste ultime 48 ore lo si può considerare certamente di estrema gravità. Sono stati attimi di vero panico tanto che ieri sera è stato evacuato il ristorante “La Funtanazza” e il Baglio “La Fastuchera”. Ad essere intervenute le squadre dei vigili del fuoco di Alcamo Trapani e Marsala coordinate dal comando provinciale, la forestale di Castellammare del Golfo, la Croce rossa di Alcamo, le associazioni di protezione civile ‘Fire Rescue’, ‘Polizia Costiera Ausiliaria’, l’‘Era’ per le radiocomunicazioni e l’Anpas, tutti coordinati dal Coc del Comune di Alcamo, il centro operativo della protezione civile. L’incendio si è sviluppato sul lato sud della montagna, dietro la Funtanazza: San Nicola, Tre noci, contrada Mazzone e Fastuchera le zone più colpite e segnate irrimediabilmente dalle fiamme. Il segretario comunale Cristofaro Ricupati all’alba si è prodigato per richiedere alla prefettura di Trapani l’invio dei canadair che alle 7 sono puntualmente arrivati. E proprio Ricupati e il funzionario del Comune Biagio Ciacio si sono messi materialmente con i tubi in mano e altra attrezzatura per spegnere in prima persona gli ultimi focolai di questa mattina. Un incendio di enormi proporzioni che ha anche prodotto un ferito, seppur lieve: si tratta di un volontario della protezione civile che è stato medicato dalla Croce rossa ed è tornato subito al lavoro. Si sono registrati anche importanti segnali di solidarietà alternati da episodi certamente meno edificanti: gli extracomunitari ospiti del centro Sprar di Alcamo hanno consegnato il loro latte per i vigili del fuoco e la forestale mentre il direttore di un noto supermercato si è rifiutato di consegnare al Comune latte ed acqua da bere, peraltro dietro pagamento con buono economale. Di supporto invece la farmacia “Asta” che ha fornito collirio monodose e soluzione fisiologica. Ci sono stati attimi di grande paura anche perché ieri sera ad un certo punto una lingua di fuoco stava scendendo pericolosamente a valle, domata appena in tempo volontari della protezione civile che hanno evitato quindi pericoli alle abitazioni. Il rogo è avvenuto a luglio inoltrato ed inevitabilmente si sprecano le polemiche nei confronti della Regione per la mancata attivazione delle squadre antincendio. Ora la Forestale, in quanto organo anche di polizia giudiziaria, avrà il compito di verificare se il passaggio devastante del fuoco abbia lasciato qualche traccia o qualche indizio. Sembrano esserci pochi dubbi sul fatto che dietro a quanto accaduto ci sia la mano di qualche incursione piromane. Resta però da capire il perché e la regia di tutto questo. Critico il movimento ambientalista ‘Fare Ambiente’ che torna a sollecitare la firma della convenzione per affidare l’area comunale per i lavori selvicolturali e di prevenzione degli incendi all’Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana: “Oggi – scrivono in una nota amareggiati il direttivo di Fare Ambiente – non è stato ancora realizzato un metro quadrato di viale parafuoco, non è stata attivata alcuna attività di prevenzione incendi”.

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Monte Bonifato, in cenere 50 ettari e un ferito