Alcamo-Maxi multa a noto disco-pub, i gestori si difendono

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Nessun caso di lavoro nero e nessun rischio igienico-sanitario. Si difende il noto disco-pub di Alcamo dopo il blitz effettuato dai Nas e dalla Compagnia cittadina dei carabinieri nei giorni scorsi che ha portato ad una maxi-sanzione complessiva da 10 mila euro per una serie di violazioni riscontrate all’interno del locale dove è prevista anche la somministrazione dei pasti. Non ci stanno i gestori dell’attività imprenditoriale che contestano il resoconto delle violazioni riscontrate dai militari dell’Arma. In primis viene precisato dal legale del gestore dell’attività, Vito Di Graziano, che le derrate alimentare sono state sottoposte a sequestro per la “mancata tracciabilità del prodotto” e che le condizioni igienico-sanitarie sono state definite “nella norma”. In realtà testualmente la presunta violazione della norma riporta la dicitura “Cattivo stato di conservazione degli alimenti”, così come oltretutto riportato nel verbale dei Nas e dal comunicato dei carabinieri della Compagnia cittadina, mentre le condizioni igienico-sanitarie nella norma sono state accertate ma per ciò che attiene i locali, cosa di cui non si fa cenno nelle contestazioni dei militari dell’Arma. Intanto emergono proprio al riguardo altri particolari per ciò che riguarda proprio questa presunta violazione per ciò che concerne per l’appunto gli alimenti. Si tratterebbe in tutto di 23 chili di cibo, tutti sequestrati, che sarebbero stati trovati all’interno di congelatori e pozzetti e che, sulla base della contestazione, sarebbero stati congelati “abusivamente”. Il cibo è stato rinvenuto in sacchetti privi di etichettatura, in violazione della normativa vigente, e in promiscuità, in alcuni casi negli alimenti sarebbero stati rinvenuti segni di bruciatura causati dal ghiaccio e dal presunto cattivo stato di conservazione sulla base di quanto verbalizzato dai Nas. Altro tasto è quello inerente ai lavoratori in nero: anche in questo caso il legale dei titolari del disco-pub nega che si sarebbe consumata questa violazione. Due sarebbero stati gli operai trovati dai carabinieri non regolari sugli 8 presenti: “L’assunzione è stata fatta lo stesso giorno dei controlli, vale a dire il sabato 4 marzo, – precisa Di Graziano – e non era stata comunicata alle autorità competenti, circostanza che è stata regolarmente comunicata il successivo lunedì 6 marzo”. Infine si smentiscono fantomatici sequestri di cucina e altri locali che effettivamente mai sono stati comunicati dai carabinieri.