Alcamo-Immobili via Giordano, nuovo capitolo: ricorso al Tar contro Comune

0
484
Alcamo via giordano

Come era ampiamento prevedibile gli architetti Antonello Cassarà e Silvio Piccolo hanno presentato ricorso al Tar contro l’ordinanza del Comune di Alcamo di demolizione che riguarda scantinati e semi scantinati del complesso immobiliare che si trova nella via Monte Bonifato, attraversato dalla via Giordano. Cassarà, in qualità di amministratore della ditta che realizzò gli immobili, e Piccolo, progettista e direttore dei lavori, chiedono al tribunale amministrativo di far decadere il provvedimento del Comune alcamese sulla scorta della recente sentenza definitiva che li ha visti assolti dall’accusa di lottizzazione abusiva per la realizzazione di sette edifici con una settantina di appartamenti, tutti abitati da professionisti alcamesi. Collegata a questa vicenda ci fu per l’appunto l’ordinanza del Comune di demolizione degli immobili. Si tratta di una superficie di circa 2 mila e 200 metri quadrati ma alla luce della recente sentenza è probabile che la posizione del Comune possa mutare. Gli scantinati infatti non possono essere demoliti perché altrimenti causerebbero pregiudizio agli appartamenti sovrastanti: come appare ovvio la vicenda si potrebbe sanare con il pagamento del doppio del valore. Una storia lunga un decennio che tenne anche in apprensione le circa settanta famiglie che avevano acquistato gli appartamenti. I giudici della sezione IV della Corte d’appello di Palermo giudicarono inammissibile l’appello proposto dalla Procura di Trapani contro l’assoluzione di Cassarà e Piccolo con la formula perché il fatto non costituisce reato. Entrambi furono accusati di lottizzazione abusiva, a conclusione delle indagini condotte dalla squadra di polizia giudiziaria del commissariato di Alcamo. In pratica, secondo i poliziotti, sarebbe stata realizzata una volumetria superiore a quanto stabilito nel progetto. Tesi ribaltata durante i processi. Il processo di primo grado, celebratosi a Trapani davanti al giudice monocratico, fu caratterizzato anche da una serie di relazioni predisposte da periti nominati sia dal giudice che dagli imputati. In pratica il giudice ritenne che non ci fu abusivismo e che le opere vennero realizzate nel rispetto di leggi e regolamenti. A tale vicenda si è aggiunto un nuovo capitolo, quello per l’appunto dell’illecito amministrativo con emissione dell’ordinanza di demolizione di scantinati e semi scantinati da parte del Comune alcamese. Cassarà ha sempre professato la sua correttezza sostenendo che non ci sarebbe alcuna discrepanza tra i progetti approvati e quanto è stato costruito. Intanto però la storia non è per nulla finita: infatti il Comune ha deciso di resistere in giudizio davanti al Tar per un nuovo capitolo di questa storia infinita. L’incarico di difesa del municipio è stato dato all’avvocato Annalisa Alongi.