Alcamo, il Castello dei Conti di Modica in un network turistico

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Alcamo e il suo Castello dei Conti di Modica tra le protagoniste dell’associazione che si è appena costituita in Sicilia e che mette insieme Comuni che hanno le stesse caratteristiche, vale a dire un castello. In tutto 11 i Comuni che ne fanno parte: insieme ad Alcamo nel trapanese solo Salemi, nel palermitano invece figura Carini. Lunedì mattina si terrà nel municipio salemitano il primo incontro operativo per avviare la programmazione. L’idea è quella di realizzare un vero e proprio network tra Comuni con l’obiettivo di promuovere e valorizzare sul piano culturale i castelli. In itinere la possibilità di realizzare diverse iniziative tra cui mostre, rappresentazioni teatrali, eventi e concerti. Con la creazione di questa associazione si mira soprattutto ad intercettare i fondi europei in modo da poter realizzare attività di vero e proprio marketing, con l”obiettivo quindi di pubblicizzare questa rete di castelli e dunque attirare il turismo. Ad Alcamo il Castello dei Conti di Modica fu riqualificato con una spesa di circa 6 miliardi di lire nel 1990, con un progetto dell’architetto Paolo Marconi su committenza della Regione. Ogni angolo di questa struttura trasuda di storia: si tratta di un maniero trecentesco dove si ergono quattro torri merlate, due a pianta quadrata e due a pianta circolare, ciascuna delle quali aveva delle funzioni specifiche. Nella torre quadrata più alta, detta per tale motivo “torre Maestra”, collocata a sud-est, venivano torturati i prigionieri, mentre nella torre quadrata più bassa, collocata a nord-ovest, era riservata alle sentinelle; c’è poi la torre circolare collocata a nord-est che invece era utilizzata per ospitare gli ospiti di riguardo e infine la torre circolare a sud-ovest dove svetta lo stemma della città di Alcamo scolpito in marmo. Sui lati del castello si aprono inoltre bifore e trifore di derivazione gotico-catalana. I locali del piano terra comprendevano una cappella, le stanze del cappellano e dei servi e una cella di isolamento, mentre al primo piano si trovavano un salone per ricevimenti con annessa anticamera, lo studio del conte, le camere da letto con relativo corridoio e un’altra cella di isolamento. In passato questo castello era cinto da mura che avevano lo scopo di ostacolare l’eventuale assedio da parte di macchine da guerra. Il maniero è anche sede dell’Enoteca regionale con annesso Museo del vino e delle tradizioni locali: un’opera mastodontica che però, anche a causa di questi presunti dissesti strutturali, non è mai decollata. Anzi, per meglio dire, completamente abbandonata.