Anche ad Alcamo si fermeranno per tre giorni i lavoratori Asu. Dal 26 al 28 febbraio incroceranno le braccia e si preannunciano pesantissimi disagi per la città. Infatti qui questo bacino di precari ha un’ampia platea di ben 170 unità dislocate in quasi tutti gli uffici. In particolare rischieranno la paralisi alcuni servizi come quello di “Trasporto H”, scuolabus e assistenza domiciliare agli anziani, nelle strutture culturali e nei servizi di manutenzione e verde pubblico. E non solo: infatti molti di questi lavoratori si trovano all’interno di cooperative che svolgono servizi sempre per conto del Comune, come ad esempio assistenza igienico-personale agli alunni disabili nelle scuole e attività interne agli asili nido comunali. Tutti servizi che rischiano seriamente di andare in tilt per i tre giorni di fermo di questi lavoratori. La protesta è stata indetta dalle sigle sindacali di Ale Ugl, Confintesa, Sinalp, Cub e Alba nell’ambito di uno sciopero a carattere regionale. I motivi sono elencati in una nota di rivendicazione firmata da tutte le organizzazioni di categoria che già avevano fatto sentire la loro voce chiedendo in particolare lo scorso 26 gennaio di attivare le procedure per la stabilizzazione del bacino Asu. In Sicilia invece i Comuni si stanno muovendo con la stabilizzazione soltanto per i precari che non appartengono alla categoria degli Asu perché per l’appunto a detta delle varie amministrazioni locali e regionale non rientrerebbero in questa procedura. I problemi sono anche tanti altri come ad esempio i sistemi di pagamento degli assegni d’utilizzazione insicuri e non puntuali da parte dell’assessorato regionale al Lavoro e la mancata applicazione delle norme vigenti da parte sempre del governo regionale. 2er queste ragioni – scrivono i sindacati – si proclama la prima azione di sciopero generale dei lavoratori utilizzati in Asu nelle giornate del 26, 27 e 28 febbraio prossimi, da inizio a fine orario di ciascun turno”. Ad Alcamo il gran numero di lavoratori Asu crea sicuramente un problema nel problema perché sono per l’appunto distribuiti in tutte le direzioni e impegnati sia nelle attività amministrative sia in tutti i servizi rivolti ai cittadini. I sindacati hanno sempre rivendicato il fatto che sulla carta questi lavoratori sono “solo” da supporto, in quanto non dipendenti, mentre in realtà sarebbero utilizzati per coprire i vuoti in organico e svolgono le stesse mansioni dei dipendenti. Recentemente c’era stato uno scontro tra alcune sigle sindacali ed il Comune sull’utilizzazione degli Asu in maniera difforme ed addirittura oltre l’orario massimo di 80 ore mensili contemplato per questo tipo di lavoratori. C’era stato attorno a questo argomento alta tensione anche tra gli stessi sindacati che al contrario avevano sostenuto la non legittime interpretazione della norma. Con una dettagliata relazione presentata al consiglio comunale, in seguito anche all’interrogazione presentata sull’argomento dai consiglieri Giacomo Sucameli e Giovanni Calandrino, l’assessore al Personale, Fabio Butera, aveva gettato acqua sul fuoco: “Il Comune rispetta pienamente i vincoli normativi in materia – evidenzia -. Il parametro delle 80 ore mensili non è previsto da alcuna norma”.