Alcamo: Geosito, la guerra degli ambientalisti

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Da una parte l’amministrazione comunale parla di sinergia con le associazioni ambientaliste, dall’altra però queste ultime rimangono decisamente sul piede di guerra. Si scatena un putiferio attorno all’annuncio della firma del contratto fra il Comune e la ditta che ha avuto in appalto l’opera per la realizzazione del geosito, un investimento da 3 milioni di euro che si affianca al progetto della Cittadella dei giovani. In una nota del Comune ieri si ufficializzava il via libera all’appalto per la realizzazione dell’anfiteatro e del museo del travertino, da sempre fortemente osteggiati dalle associazioni ambientaliste. Frizioni che onestamente dal comunicato del Comune sembravano essere superate dal momento che è stato scritto che si concretizzava per la città una nuova opera nata dalla sinergia anche con gli ambientalisti. Le reazioni di questi ultimi non si sono fatte attendere: “Ad oggi – sostiene Girolamo Culmone del Wwf – non è dato sapere quale sia il progetto esecutivo. Inoltre, nonostante il parere della sovrintendenza prevedesse in cantiere la presenza di un paleontologo, di esso non vi è traccia. A nostro parere il geosito non deve essere realizzato seppellendolo con qualche tonnellata di cemento”. Una stoccata arriva rispetto anche a chi ieri ha partecipato alla firma ufficiale del contratto con il Comune per l’avvio dei lavori: “Nessuna delle persone presenti al tavolo – aggiunge il responsabile del Wwf – ha lavorato affinché l’area fosse riconosciuta a livello internazionale, anzi si stanno adoperando per la realizzazione di qualcosa che nessuno ancora conosce e che comunque prevede come nella migliore tradizione del partito del cemento sbancamenti, movimento terra e rifiuti, e cemento”. Anche Legambiente va all’attacco: “L’attuale amministrazione non ha colpe rispetto alla scriteriata scelta fatta nel passato – sostiene il presidente Luigi Culmone -: perché realizzare la Cittadella dei giovani e non ristrutturare il Castello di Calatubo?”. Il mondo dell’associazionismo da tempo è in allarme per via della realizzazione di questa opera pubblica che sorgerebbe proprio sopra un sito paleontologico. Per questo motivo è stato chiesto lo stop al cantiere. Lavori che però, dicono al Comune, se fermati produrrebbero intanto il pagamento di una penale altissima e poi il fermo della costruzione produrrebbe la perdita non solo del finanziamento ma anche quella di posti di lavoro specialmente in edilizia, settore fermo e in forte crisi occupazionale con risvolti per niente leggeri socialmente in città. Si è parlato quindi di interventi meno invasivi ma questo non è bastato per convincere gli ambientalisti della bontà di questa mastodontica opera pubblica.

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