Alcamo, emergenza povertà: quasi in duemila aiutati dalle parrocchie

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Una tragedia evitata, figlia della disperazione che fotografa lo stato di necessità, che sfiora l’indigenza, di molti cittadini alcamesi ed extracomunitari. Disperata per lo sfratto una madre di famiglia, 51 anni, ha minacciato di buttarsi dalla terrazza dell’abitazione di via Santa Oliva. Avrebbe fatto un volo di 12 metri se non fossero intervenuti il capitano dei carabinieri Giulio Pisani che l’ha distolta dal compiere l’insano gesto e il sindaco Domenico Surdi che ha assicurato un aiuto da parte del Comune, che conosce da tempo le difficoltà della signora. Una tragedia evitata che ha fatto da detonatore ad una situazione di disagio, legata soprattutto alla mancanza di lavoro con tante famiglie che vivono di stenti e in qualche caso senza servizi perché non pagando le bollette è stata “tagliata” la luce elettrica. L’arte di arrangiarsi per molti alcamesi è diventata la via obbligata per qualche lavoretto quasi sempre in nero. Soffrono i pensionati con reddito minimo, molti dei quali hanno rinunciato ad acquistare famaci essenziali, come raccontano diversi medici di famiglia. La nuova via crucis per centinaia di persone è rappresentata dal salire i gradini che portano ai Centri di ascolto, gestiti dalle parrocchie. Nella sagrestia della chiesa del Soccorso  della via don Rizzo opera il Centro d’ascolto della chiesa Madre. Il martedì dalle 10 alle 11,30 e il venerdì dalle 17,30 alle 19 gruppi di volontari, a turno ricevono persone che vivono il dramma dello stato di assoluta necessità perché privi di qualsiasi sostentamento. Le richieste riguardano soprattutto, stessa cosa negli altri Centri di ascolto, il pagamento delle bollette di luce, acqua, rifiuti. Il Comune nel bilancio di previsione 2018 ha stanziato 40 mila euro per l’assistenza. Pochi rispetto alle centinaia di domande di sostentamento. Nella parrocchia di Santa Maria funziona il Polo caritativo “Beato Arcangelo, gestito dai frati minori. Ogni giorno assistono una quarantina di famiglie per un totale di 200 persone prevalentemente alcamesi ai quali vengono donati generi alimentari e cibo per i bambini, offerte dal Banco alimentare. Latte, carne, corredini, omogeneizzati richiesti alle parrocchie da cittadini di fede diverse: cattolici, ortodossi e musulmani. Alimenti arrivano anche grazie all’Agea, agenzia alimentare prodotti agricoli. Molto attiva la Caritas che fornisce ogni giorno 40 pasti caldi per la cena. Secondo stime le parrocchie aiutano quasi 2 mila persone. Il quartiere dove si registra il maggiore tasso di richieste al Comune per contributi proviene dal quartiere “Maria Ausiliatrice” villaggio regionale. E in alcune parrocchie durante la distribuzione non mancano tensioni e momenti di protesta perché non possono essere saudite le richieste di tutti. Di solito la distribuzione di generi alimentari avviene a turno nelle varie parrocchie. Cercano di venire incontro agli indigenti anche gli operatori del Comune, dove le risorse finanziarie sono spesso carenti e quindi difficilmente si possono esaudire le richieste di tutti. E’ allarme povertà ad Alcamo  perchè i boatos di aiuti alle parrocchie e al Comune arrivano anche da persone, oggi ex benestanti, che nessuno ad Alcamo si immaginava che si potessero trovare in drammatiche ristrettezze economiche.