Alcamo: costi politica, a luglio si torna a sperperare

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E’ stata solo un’illusione. Se a giugno i costi della politica alcamese hanno fatto percepire la parvenza di un oggettivo calo a luglio è tornato, se così si può dire, tutto alla normalità. Quindi la diminuzione registrata a giugno scorso, purtroppo, non è altro che l’eccezione che conferma la regola. A luglio, infatti, i costi sono tornati a lievitare nei soliti loro standard per i consiglieri comunali: in questi giorni l’ufficio affari generali ha liquidato quasi 22 mila euro, in media con tutte le altre mensilità pregresse, mentre il mese precedente la spesa era stata di “appena” 16 mila euro. Sono tornate a lievitare le riunioni di commissione: ad essere infatti elargiti ben 360 gettoni di presenza, contro i 322 di giugno, ai 29 consiglieri presenti dietro gli scranni (il 30°, il presidente del consiglio, percepisce un vero e proprio stipendio e non viene pagato a gettoni di presenza, ndr). Quattro gli esponenti del civico consesso che hanno raggiunto il tetto massimo di indennità fissato dalla legge regionale, vale a dire 948 euro: si tratta di Ignazio Caldarella, Francesco Dara, Francesco Ferrarella e Antonio Nicolosi che hanno racimolato tra le 17 e le 18 presenze. Ad essere andati vicini a questo tetto, superando le 900 euro, i colleghi d’aula Anna Maria Allegro, Gaspare Coppola, Antonio Fundarò, Vito Lombardo, Antonio Pipitone, Mauro Ruisi e Francesco Sciacca che hanno invece raggranellato 15 presenze. La media dei costi dell’organo consiliare ad Alcamo ha sempre oscillato quest’anno attorno ai 20 mila euro mensili: ad eccezione di gennaio e giugno, si è andati dai 19 mila euro di febbraio ai 22 mila di marzo, passando per i 21 mila di maggio ed i 20 mila esatti di aprile. I gettoni erogati hanno oscillato tra le 321 e le 370 unità. Tornano a divampare quindi le polemiche attorno alle convocazioni a raffica di commissioni consiliari, su cui spesso in molti si sono lamentati per la loro effettiva efficacia e per i risicatissimi ordini del giorno: molto spesso, per non dire sempre, questi organismi vengono convocati per analizzare un solo punto all’ordine del giorno. Forse un po’ troppo poco, specie per alcuni argomenti. Oggi questi gettoni di presenza appesantiscono il bilancio comunale per effetto di una decisione che risale al 2002. In sostanza nel dicembre di quell’anno il consiglio comunale deliberò di aumentarsi il gettone da 53 a ben 80 euro, con una impennata quindi del 75 per cento. Decisione questa che continua quindi a incidere pesantemente: infatti, nonostante nel corso degli anni questi emolumenti sono stati via via diminuiti, si è arrivati ad un singolo gettone che oggi è pari a 60,75 euro, comunque superiore sempre a quello fissato nel 2002.

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