Alcamo-Comunali condannati per truffa, si va in appello

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Attenderanno le motivazioni della sentenza per poi presentare appello contro la condanna di cinque alcamesi all’epoca dei fatti impiegati del Comune presso il 5° Settore promozione economica e servizi ambientali, che insieme ad altri tredici sono stati accusati di truffa aggravata e falso ideologico. I dipendenti comunali condannati sono Castrenze Lanzarone (due anni e 4 mesi), a Francesco Cannella, Francesco Taormina Gioacchino Adragna e Rosario Renda sono stati inflitti un anno e un mese ciascuno. Le pene sono state sospese e tutti dovranno inoltre far fronte al pagamento delle spese processuali. I cinque rischiano anche il posto di lavoro. I difensori sono pronti a dare battaglia anche in appello sulla base del fatto che l’attività di indagine della polizia stradale di Alcamo è stata unica e la sentenza apparirebbe contraddittoria perché la posizione dei cinque condannati è identica a quella degli assolti con la formula  per non avere commesso il fatto. Sono stati assolti, in prevalenza si tratta di autisti di auto compattatori, Giuseppe Caradonna, Vincenzo Coraci, Francesco D’Angelo, Giuseppe Ammoscato, Francesco Bruno, Giovanni Dulcetta, Adriano Stellino, Gaetano Rimi, Alessandro Adamo, Salvatore Granone e Rosario Vultaggio. Il collegio difensivo era composto dagli avvocati Cassarà, Vallone, Di Graziano, Abate, Dara e  Costa. Il Comune di Alcamo si era costituito parte civile ma successivamente è stato escluso dal giudice perché non ha presentato le conclusioni scritte. Quindici udienze hanno caratterizzato il processo iniziato nell’ottobre del 2011. Secondo le indagini della polizia stradale, il cui distaccamento alcamese all’epoca era diretto da Salvatore Adamo, gli imputati, avrebbero, con la complicità del titolare di un distributore di benzina (Q8), fatto la cresta sull’erogazione dei carburanti. Tesi sempre respinta dagli indagati. Durante il processo il giudice ha nominato anche un perito informatico per verificare la corrispondenza tra i buoni benzina del Comune e l’effettiva erogazione da parte del distributore, che a suo tempo patteggiò la pena. L’impennata dell’acquisto del gasolio si verificò quando il Comune di Alcamo fu costretto a trasportare i rifiuti nella discarica di Siculiana dopo la chiusura di quella alcamese a seguito di un’indagine dei carabinieri. Il numero di assoluzioni ridimensiona la vicenda sulla presunta truffa sui carburanti e ora i difensori si stanno preparando a far valere in appello le ragioni dei cinque impiegati condannati. La sentenza di primo grado è stata emessa a Trapani dal giudice della sezione penale del tribunale.