La strage di Casteldaccia, causata dall’abusivismo edilizio, come ha detto il procuratore della Repubblica di Termine Imerese Ambrogio Cartosio, porta alla ribalta per l’ennesima volta il problema di un fenomeno vasto e generalizzato. Tutto è scaricato sui sindaci lasciati soli che non hanno i mezzi e le finanze per procedere agli abbattimenti andando incontro a rischi personali per come per esempio è accaduto a Licata. L’abbattimento è un problema serio e ora l’Anci scende in campo affermando che “non può essere risolto soltanto da chi amministra i Comuni. La competenza delle demolizioni deve passare alle prefetture. Lo Stato ha le risorse, la forza, la trasparenza ed è in grado di snellire le procedure per gestire migliaia di ordinanze che attendono da anni di essere eseguite”. L’Associazione nazionale dei Comuni prende dunque posizione. Il trasferimento di competenze chiede anche Legambiente ed il passaggio dagli enti locali allo Stato rappresenta il cuore del disegno di legge che in questi giorni verrà incardinato in parlamento. L’Anci sostiene ancora che i sindaci non possono essere lasciati soli in prima linea per gestire la vicenda delle demolizioni. Il passaggio della gestione delle demolizioni ai prefetti, secondo Legambiente e Anci, ridurrà anche il costo degli abbattimenti. Nell’ultimo anno e mezzo in Sicilia sono state portate a termine 71 demolizioni a fronte di 5 mila e 800 ordinanze esecutive, molte delle quali risalgono al 2004. E’ successo, inoltre, quasi sempre che nessuna ditta si è presentata alle gare d’appalto, indette dai Comuni, privi dei mezzi necessari per le demolizioni.