A spasso con il ‘caschetto’ ad Alcamo, cadono calcinacci. Troppe case degradate

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Continuando di questo passo ad Alcamo, prima di fare una passeggiata nel corso 6 aprile e nelle altre strade del centro, potrebbe essere ‘cosa buona e giusta’ dotarsi di caschetto protettivo e indossarlo. Non è infatti una novità la caduta di calcinacci dai balconi o dai cornicioni di abitazioni. Spesso si tratta di case non abitate e in degrado da molti anni.  E ad Alcamo sono davvero tantissime. L’ultimo caso riguarda la caduta di pietre e parti di intonaco in corso 6 aprile, arteria molto transitata anche dai pedoni, nel tratto fra via Gagini e via Cordone.

L’episodio si è verificato ieri pomeriggio e per fortuna non si verificato alcun problema ai passanti. Immediato è stato l’intervento del comune di Alcamo che ha circoscritto il prospetto della palazzina con alcune transenne. Un paio di mesi fa sono invece cadute parti del campanile della chiesa di Sant’Agostino, sempre nel corso 6 aprile. Anche qui, in attesa che il parroco don Francesco Mistretta riesca a trovare i fondi per intervenire, il marciapiedi è stato transennato.

Adesso però alcuni passanti hanno spostato la transennatura causando il libero passaggio dei pedoni che così, inconsapevolmente, rischiano la loro incolumità. Ecco che potrebbe davvero funzionare il regolare uso del ‘caschetto’ per passeggiare nel centro di Alcamo. Ironia a parte è meglio specificare che sia nel primo che nel secondo caso le responsabilità per danni a cose e persone non sono a carico del comune.

Per il prospetto fra le vie Gagini e Cordone se ne dovranno addossare i proprietari dell’abitazione, per il campanile della chiesa il parroco e quindi la Curia. L’amministrazione comunale alcamese potrebbe però individuare qualche strada per contrastare il fenomeno sempre più crescente delle case abbandonate.

Un’ipotesi potrebbe essere quella di acquisirle e di metterle in vendita con i famosi bandi di ‘case a un euro’. Come recentemente ha fatto il comune di Calatafimi/Segesta che ne ha piazzato una cinquantina. Il problema c’è, cresce e riguarda ovviamente anche altri comuni. Bisognerebbe comunque trovare soluzioni e fare in fretta per non arrivare a casi limiti come quello della via Guarrasi, strada chiusa da un paio d’anni per un edificio pericolante, conclusasi adesso, in attesa della demolizione, con l’evacuazione di tre famiglie che abitavano nelle case vicine.