Ventinovesimo anniversario dall’assassinio di Don Pino Puglisi

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Sorrise al Killer che, puntandogli l’arma contro, di lì a poco avrebbe premuto il grilletto ponendo fine ai suoi giorni terreni. Questa  l’ultima immagine viva del beato Don Pino Puglisi, presbitero palermitano di cui oggi ricorre il 29esimo anniversario dalla morte per mano mafiosa. Pino Puglisi che a Brancaccio era nato, e che in quei luoghi a lui tanto cari era voluto tornare da sacerdote, operò da educatore e pedagogo.

Don Puglisi si scontrò con la difficile realtà del suo quartiere natio, attraversato dalla violenza delle cosche  mafiose cui facevano capo i fratelli Graviano. Mira manifesta del suo apostolato fu quella di garantire che quanti più, tra i giovani ed i giovanissimi della borgata, sfuggissero alle mani predatorie della mafia ed alla criminalità organizzata che insanguinava strade e attività civili. Attraverso la cultura ed il coinvolgimento ludico sportivo, Don Pino Puglisi faceva comprendere ai giovani che potevano essere amati e rispettati nel mondo senza ricorrere a metodi violenti o criminali. I suoi modi gentili, saggi e accoglienti riuscivano ad attirarsi l’affetto sincero e la stima degli abitanti del piccolo ghetto palermitano, e ben presto il sacerdote divenne per i tanti onesti un faro, l’esempio fulgido da seguire e cui ispirarsi.

Era tanto l’amore che Don Puglisi irradiava intorno a sé ma fu altrettanto l’odio che generò tra i mafiosi che invece di paura e coercizione si nutrivano. Con la sua morte, quel tragico 15 settembre del 1993, davanti al portone di casa, a Brancaccio in piazzale Anita Garibaldi, un velo di tristezza e sconforto si posò sulla chiesa di San Gaetano ed il centro Padre Nostro per la promozione umana e la evangelizzazione.

La memoria di Don Pino Puglisi, tuttavia non si è persa, continua a correre sulle gambe dei volontari di Libera, l’associazione di promozione sociale contro le mafie presieduta da Don Luigi Ciotti e nella memoria collettiva: il poeta Mario Luzi ha dedicato a padre Puglisi, nel 2003, Il fiore del dolore una pièce teatrale, rappresentata lo stesso anno presso il teatro Biondo di Palermo. Lo scrittore Alessandro D’Avenia, ex allievo del liceo classico Vittorio Emanuele dove Don Puglisi insegnava, nel 2014 ha dedicato lui il suo libro Ciò che inferno non è.

Don Puglisi è stato beatificato alla presenza di Papa Francesco, dinnanzi ad una immensa udienza (centomila fedeli circa) sul prato del foro italico di Palermo, il 25 maggio 2013. Il processo di canonizzazione del sacerdote era stato aperto da Benedetto XVI con il decreto di beatificazione per il martirio in odium fidei. Don Puglisi è, infatti, ad oggi la prima vittima di mafia riconosciuta come martire della Chiesa.