Ennesimo arresto per maltrattamenti in famiglia nel trapanese. Altro fatto di cronaca che vede donne succubi di compagni violenti. Una stagione estiva davvero nera per la Sicilia, così come la provincia di Trapani. Risalgono infatti a pochi giorni fa altri due casi di violenza, tra San Vito Lo Capo e Trapani. Questa volta è accaduto a Pantelleria, dove i Carabinieri dell’isola hanno tratto in arresto un 62enne per avere minacciato ed aggredito la coniuge a seguito dell’ennesima lite.
La donna ormai allo stremo ha infatti deciso di denunciare le vessazioni subite dal marito, al Comandante della Stazione che, d’intesa con l’autorità Giudiziaria, ha avviato immediatamente le indagini. Da tempo infatti il 62enne minacciava, ingiuriava, agendo con violenza fisica nei confronti della vittima creando nella donna stati di ansia. Al culmine dell’ennesimo episodio, questa volta, la signora ha chiamato subito i Carabinieri che, giunti presso l’abitazione dei due, hanno trovato l’uomo in stato di evidente alterazione psicofisica dovuto all’assunzione di bevande alcoliche, che aggrediva e minacciava la vittima. Scattato l’arresto immediato, l’Autorità Giudiziaria ha disposto, per l’uomo, il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla moglie.
Un provvedimento che lascia sempre tutti basiti. La stessa misura era stata decisa dal Gip per l’assassino di Vanessa Zappalà, disposizione che a poco è servita. In provincia di Trapani, la Co.TuLe.Vi, l’associazione di volontariato contro tutte le violenze, ascolta e accoglie le denunce di donne vittime di violenza. La presidentessa Aurora Ranno ha dichiarato che dalle chiusure dovute alla pandemia, ad oggi, hanno ricevuto in totale 100 denunce, 70 quelle partite dal trapanese, 4 quelle provenienti da Alcamo.
Proprio ad Alcamo, esistono due sportelli di ascolto, uno presso la chiesa Cristo Redentore avviato grazie al parroco Franco Finazzo nel 2013, l’altro si trova invece al comune con referente Maria Cristina Pirrone. La rete antiviolenza, che fa riferimento al numero nazionale 15 22, è cresciuta tantissimo. Denunciare, ad oggi, è l’unica soluzione per uscire da l’incubo di violenze fisiche e psicologiche. Chiedere aiuto a forze dell’ordine, o alle associazioni antiviolenza, è l’unica strada da seguire.