La replica di Giacomo Scala

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    Il Presidente di Anci Sicilia, nonché ex Sindaco della città di Alcamo, Giacomo Scala iscritto nel registro degli indagati per ipotesi di reato di truffa. L’inchiesta riguarderebbe le attività del Gruppo di azione locale, meglio conosciuto come Gal.

     

    Puntuale la replica dell’ex primo cittadino del comune in provincia di Trapani che, con un comunicato stampa, tiene a precisare di non aver mai ricoperto cariche formali o sostanziali all’interno del consorzio.

     

    “Apprendo – apre Scala – da alcuni organi di stampa, che sarei stato iscritto nel registro degli indagati per questioni che riguardano il Consorzio fra comuni denominato GAL e di cui il Comune di Alcamo fa parte insieme ai comuni di Borgetto, Balestrate, Terrasini, Cinisi, Partinico, Trappeto  oltre a  una nutrita rappresentanza di privati e non del comune di Castellammare del Golfo così come  riportato nella nota che diffonde la notizia”.

     

    Quindi la precisazione dell’ex Sindaco: “Voglio precisare sin da subito – sottolinea Giacomo Scala – che mai il sottoscritto all’interno di detto consorzio ha rivestito alcuna carica ne formale ne sostanziale”.

     

    Il Presidente di Anci Sicilia si dice inoltre sorpreso: “Pertanto non riesco a capire e immaginare che truffa o distrazione potrei aver commesso non avendo ne la carica/funzione nel consorzio ne la disponibilità ad amministrare eventuali risorse – precisa”.

    “Appare singolare ed inquietante invece – prosegue la nota – che tale notizia venga illegalmente diffusa a 2 giorni dalla direzione regionale del mio partito che dovrà ratificare le liste dei candidati per il rinnovo del Parlamento Regionale, dove sono  candidato”.

     

    “A ciò si aggiunga – ancora Giacomo Scala – che malgrado nella nota si legga  “nell’ambito di un inchiesta più ampia  legata all’attività della società consortile“ l’unico nome diffuso dalla fonte anonima, alla stampa risulta essere quello del sottoscritto”.

     

    In conclusione le azioni legali che intende intraprendere l’espondente del Pd: “Considerato che non sono stato raggiunto da alcuna comunicazione ufficiale circa l’esistenza di detto procedimento o da alcun Avviso di Garanzia ho deciso pertanto insieme ai miei legali Vincenzo Catanzaro e Pietro Riggi di presentare un esposto, allo stato contro ignoti, per il reato di rivelazione di segreto d’ufficio a tutela della segretezza delle indagini, della mia persona e del lavoro dei magistrati della Procura di Trapani verso i quali nutro la massima fiducia”.