Alcamo: terremoto al Comune, addio di Area Democratica

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Il sindaco di Alcamo Sebastiano Bonventre da oggi dovrà andarsi a ricercare una nuova maggioranza. Una delle forze più importanti della sua coalizione, Area Democratica, ha rotto ufficialmente ogni rapporto. La decisione è maturata su decisione dello stesso movimento civico a seguito dei pesanti strascichi politici che si sono creati dopo essere saltato l’assestamento di bilancio a causa della mancanza del numero legale. Seppur velatamente il dito è stato puntato proprio su Area Democratica che non ha garantito la sua presenza al completo in consiglio e dopo avere criticato la manovra nella seduta precedente. Gli alleati del primo cittadino hanno chiaramente parlato di “sgambetto”, ponendo un aut aut a tutta la coalizione.

Ora il sindaco dovrà necessariamente andare a cercare altre alleanze. A conti fatti dovrebbero essere oggi 14 i consiglieri a suo sostegno, almeno come cartello ufficiale, non contando i battitori liberi in aula. Quello che già ieri era parso un caso politico oggi si è trasformato in una vera e propria resa dei conti. Ieri c’è stato un vertice di maggioranza, a cui area Democratica non ha partecipato. Un gruppo che in realtà da tempo esterna un forte disappunto rispetto all’attività dell’azione politico-amministrativa del governo cittadino, tanto che nell’ultimo rimpasto del febbraio scorso ha ritirato il suo assessore di riferimento, Gino Paglino, sostenendo l’amministrazione dall’esterno. Ad essere finita nel calderone delle polemiche non solo Area Democratica ma anche l’opposizione additata di non avere tenuto in conto l’importanza della manovra di assestamento che prevedeva contributi per le famiglie indigenti e stanziamenti per completare la cucina del plesso Europa che sarebbe servita a internalizzare il servizio della mensa. Le contestazioni dei consiglieri sono state quelle che la manovra era prova di relazione politica oltre che zeppa di errori. Solo un pretesto questo per il governo alcamese che ha parlato di errori tecnici che non inficiavano comunque la manovra.