Vitivinicoltura danni stimati in 350 milioni. Nel trapanese cento milioni di euro

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Vitivinicoltura in crisi per i danni causati da siccità, le piogge insistenti, gli eccessi di calore, l’umidità e quelli causati dalla peronospora ammontano a circa 350milioni di euro. Cifra approssimativa cui si deve aggiungere l’effetto delle ulteriori congiunture sfavorevoli al settore: aumenti di carburanti, concimi, antiparassitari ed energia elettrica. Per il comparto una crisi gravissima che ha portato ad una riduzione dei redditi di impresa tra il 40 e il 60 per cento, in media.

Nella sola provincia di Trapani, quella con la maggiore superficie vitata, i danni ammonterebbero a circa cento milioni di euro. A fronte di questa situazione ad oggi l’unico intervento di sostegno è una delibera del Governo Regionale che dichiara lo stato di calamità per la peronospora e che dovrebbe servire da base di discussione per un corpo intervento dello Stato. «La più grave crisi che abbia mai attraversato il settore vitivinicolo siciliano, con centinaia di milioni di euro tra danni e perdite aziendali, non può essere affrontata dal Governo Regionale con una delibera,  afferma la deputata trapanese Cristina Ciminnisi, prima firmataria di una mozione del M5S, in cui si chiede al Governo Regionale di revocare in autotutela e di riscrivere la delibera declaratoria di calamità naturale per i danni causati dalla peronospora aggiungendovi anche i danni provocati dagli eccessi termici dell’estate appena trascorsa. «A fronte di tutto ciò e di una quantificazione  complessiva pari a 351 milioni di euro al momento il Governo Nazionale ha impegnato per i danni da peronospora solo 7 milioni di euro. Una goccia nel mare. Riscrivere la delibera – conclude Ciminnisi – restituirebbe almeno il quadro reale della situazione. Questo, forse, porterebbe qualche reale risultato in favore della nostra vitivinicoltura».