Via per Camporeale. CGA, la strada “Scalilla” non era da requisire

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La requisizione e l’apertura coattiva della strada vicinale “Scalilla”, ritenuta dal comune di Alcamo unica possibilità per aggirare la frana di via per Camporeale, sono illegittime. Lo ha stabilito il Consiglio di Giustizia Amministrativa con la sentenza che ha accolto l’appello proposto da un alcamese, Saverio Amodeo, assistito dall’avvocato Pieranna Filippi. Il CGA ha riformato quindi la sentenza resa dal Tar che, invece, aveva ritenuto fondate le ragioni del comune di Alcamo per ricorrere alla requisizione d’urgenza della strada privata in contestazione.

La sentenza di secondo grado fa avviare alcune riflessioni. La prima, per avviare una requisizione d’urgenza necessita qualcosa di clamoroso, terremoti, gravi alluvioni o quant’altro. La strada vicinale Scalilla, invece, non era e non è nemmeno l’unica via esistente per aggirare la frana.  Esistono anche il prolungamento della via Allegrezza e le via per Pietralonga. La prima produce un percorso più lungo di circa 700 metri, la seconda sbocca un paio di chilometri più avanti. Inoltre, e questo si legge nella sentenza del CGA, l’Amministrazione comunale non è riuscita a dimostrare “che sulla strada vicinale in questione vi sia mai stato l’uso pubblico” mentre l’avvocato di Saverio Amodeo ha prodotto una consulenza tecnica corredata da foto aeree offrendo “un più che consistente principio di prova del contrario”.

Insomma il sindaco Domenico Surdi, secondo il secondo grado della giustizia amministrativa,  non avrebbe potuto ordinare al cittadino di aprire la stradella non essendo mai esistito “un diritto di uso o di godimento della strada da parte della collettività”. Con la sentenza il CGA ha dato sei mesi di tempo al comune di Alcamo per rimettere le cose a posto. Ma la storia andrà avanti perché il cittadino alcamese è fermamente intenzionato a richiedere anche il risarcimento dei danni. Intanto i lavori per riaprire la via per Camporeale dovrebbero concludersi entro poche settimane.

Da capitolato d’appalto mancano ancora 35 giorni di interventi ma l’opera potrebbe essere ultimata entro il 10 maggio. La frana e la chiusura del transito avvennero nel gennaio del 2019 e la trafficatissima arteria, pur con i requisiti di massima urgenza, riaprirà dopo 2 anni e quattro mesi. Ma questa è un’altra storia.