Tribunale di Marsala. Appropriazione indebita, prosciolto Giammarinaro

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“Non luogo a procedere” per tardiva presentazione della querela da parte degli amministratori giudiziari”. Con questa formula il giudice monocratico del Tribunale di Marsala ha prosciolto dall’accusa di appropriazione indebita in concorso, l’ex deputato regionale della Dc Pino Giammarinaro, la moglie Giovanna Calistro, Antonio Maniscalco, Giuseppe Angelo, Fabrizio Chianetta, tutti di Salemi, e Antonio Inzirillo, avvocato, di Gibellina. Secondo l’accusa, i sei imputati si sarebbero appropriati di somme (circa un milione e 240 mila euro) prelevate dalle casse di centri medici e di fisiokinesiterapia che avrebbero fatto capo a Giammarinaro, mentre gli altri erano amministratori o soci “sulla carta” e in un caso dipendente. L’indagine, svolta dalla polizia giudiziaria della Guardia di Finanza della Procura di Marsala. Le indagini svolte tra il 2008 e il 2011. Nel processo l’accusa non è riuscita a provare il sospetto che Pino Giammarinaro fosse l’amministratore “di fatto” delle società e per questo motivo, lo scorso anno, il pm Niccolò Volpe aveva chiesto l’assoluzione per l’ex deputato regionale e per altri tre imputati: la moglie dell’ex politico salemitano, Giuseppe Angelo e Antonio Inzirillo. Per Antonio Maniscalco e Fabrizio Chianetta, invece, c’era stata chiesta di condanna. Per il primo, il pm Volpe aveva chiesto due anni di reclusione, mentre per il secondo un anno e mezzo. Tutti hanno sempre respinto le accuse ed ora è arrivato il proscioglimento. Gli amministratori giudiziari, infatti, presentarono la querela in ritardo perché in quel periodo era in corso una modifica legislativa per cui non era chiaro se, in questo particolare caso, si poteva procedere d’ufficio o se era necessaria una querela.