“Trattativa”, tutti assolti. Fatto mai commesso, 25 anni di indagini

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Dieci anni di processi ma le indagini partirono molto prima durante le investigazioni sulle stragi del 1993. Adesso la Cassazione ha stabilito definitivamente che la trattativa Stato-Mafia non soltanto non costituirebbe qualcosa di illecito, come disposto dalla corte di appello, ma che addirittura manco c’è stata. I tre ufficiali dei Ros dei carabinieri, Mori, Subranni e De Donno, nonché l’ex parlamentare di Forza Italia, Dell’Utri,  hanno annullato la sentenza di appello, senza rinvio, con la formula “per non avere commesso il fatto”.

I giudici della sesta sezione della Cassazione hanno anche dichiarato la prescrizione per il boss di Cosa Nostra, Leoluca Bagarella, e per il medico Antonino Cinà, ritenuto vicino a Totò Riina. L’ex senatore di Forza Italia, Marcello Dell’Utri, è stato definitivamente assolto dalla Corte di Cassazione dopo che era stato già assolto per gli stessi fatti pure dalla Corte d’Appello di Palermo. Dell’Utri, Mario Mori, Antonio Subranni e Giuseppe De Donno sono stati quindi tutti assolti, in Cassazione, con formula piena.

Caduti quindi sia l’impianto accusatorio che la valutazione fatta dalla Corte d’Assise d’Appello di Palermo degli avvenimenti addebitati, in ambito di trattativa Stato-mafia,  agli ex ufficiali dei carabinieri nel periodo delle stragi mafiose, fra il 1992 e il 1994. In primo grado, nel 2018, erano stati tutti condannati, anche l’ex senatore azzurro a 12 anni perché ritenuto il mediatore dell’ultima fase della trattativa durante il primo governo Berlusconi.

Nel 2021, la corte d’assise d’Appello aveva confermato le condanne soltanto per i mafiosi. I riflettori sulla trattativa si accesero nel 1998 quando la motivazione della sentenza di primo grado del processo per le stragi ritenne sufficientemente provati i contatti tra Vito Ciancimino e i carabinieri del ROS. Dopo 25 anni tutto ribaltato.