Trapani:Libera, rinnovati i vertici nel “silenzio”

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Salvatore Inguì (nella foto) resta alla guida di Libera in provincia di Trapani. Nonostante l’attuale crisi dell’associazione nel territorio, con alcuni casi clamorosi di ombre attorno all’associazione nel trapanese, è arrivata la conferma del suo massimo vertice. Inguì è stato quindi confermato coordinatore provinciale della provincia di Trapani nel corso dell’assemblea provinciale di Libera tenutasi a Valderice, alla presenza del presidente nazionale don Luigi Ciotti, di Gabriella Stramaccioni dell’Ufficio di presidenza di Libera e del referente regionale Umberto Di Maggio. Inguì rimarrà in carica altri tre anni secondo quanto prevede lo statuto dell’associazione che opera in terreni confiscati alla mafia. Durante l’assemblea sono stati definiti anche i principali impegni che vedranno protagonista il coordinamento provinciale di Libera a Trapani: dalla costituzione per bando pubblico della cooperativa Rita Atria- Libera Terra per la gestione di beni confiscati, ai campi di volontariato dei giovani che anche questa estate si impegneranno sulle stesse strutture strappate alla mafia; dalle costituzioni di parte civile nei processi contro Cosa nostra trapanese, all’attività di sostegno e di accompagnamento ai familiari delle vittime innocenti della criminalità organizzata. “Una presenza, quella di Libera in provincia di Trapani, – si legge in un comunicato dell’assemblea – che punterà ancora di più a rafforzare quel tessuto associativo, di cittadinanza responsabile, che insieme a lavoro costante delle forze dell’ordine e della magistratura rappresenta la risposta migliore al potere criminale di cosa nostra”. Dei problemi che però Libera sta attraversando nel trapanese nemmeno è stato fatto cenno. Appena qualche giorno fa, ad esempio, si è chiuso il sipario sull’associazione Libera a Calatafimi. I referenti locali hanno deciso di prendere le distanze polemicamente dall’organismo di don Luigi Ciotti. Da un anno praticamente non si avevano più notizie di attività di Libera nel piccolo centro del paese della provincia trapanese: a parte i rumors, che sostenevano di dissidi interni all’associazione, non c’era altro. Oggi i fondatori di Libera a Calatafimi, con un comunicato stampa, hanno voluto fare chiarezza. E viene fuori che alla base della “chiusura” dell’attività ci sarebbero state presunte ingerenze del clero che attraverso paventate raccomandazioni avrebbero fatto pressioni affinchè fossero assunte due persone all’interno di una costituenda cooperativa sociale, intitolata a Rita Atria. A Castelvetrano, tra le polemiche, ad inizio di questo mese è stato comunicato l’azzeramento dei vertici di Libera.

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