Trapani: Birgi, Antitrust bastona Ryanair

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La Ryanair una fortuna per l’aeroporto di Birgi, ma la compagnia low cost si conferma non solo delizia ma anche croce per il territorio. Perché se da una parte la struttura irlandese riesce ad attirare tanti turisti sul territorio, facendo lievitare di anno in anno le presenze, dall’altro però conferma anche di non abbandonar mai quel vizietto talvolta di “scarsa trasparenza” nella vendita dei biglietti. Ed infatti puntuale è arrivata in questi giorni la multa dell’Antitrust nei confronti della compagnia del patron O’Leary per ben 850 mila euro. L’accusa è di “mancata trasparenza nelle vendite delle polizze assicurative abbinate all’acquisto dei biglietti” e per gli “ostacoli posti all’esercizio del diritto di rimborso da parte dei consumatori”. L’Autorità ha dato a Ryanair 30 giorni di tempo perché comunichi le iniziative adottate per rimuovere i comportamenti sanzionati. Per l’Autorità la Ryanair avrebbe violato il Codice del Consumo in quanto non ha fornito, o lo ha fatto in modo assolutamente insufficiente e inadeguato, informazioni essenziali sulla polizza facoltativa destinata a coprire i rischi per l’annullamento del viaggio. In particolare sono state contestate una serie di infrazioni: nella fase di acquisto sul web, è risultata sommaria l’indicazione dei rischi effettivamente coperti dal contratto di assicurazione, al quale si rinvia solo tramite link; non è immediatamente reso chiaro l’ammontare della franchigia prevista in caso di indennizzo, elevata in proporzione al costo del biglietto; ugualmente non viene spiegato che il risarcimento non copre le tasse e i diritti aeroportuali. L’omissione o la non agevole reperibilità delle informazioni necessarie possono in sostanza indurre in errore i consumatori sulla natura del rischio assicurato, molto più limitato in caso di “annullamento viaggio”, nonché in merito alle numerose limitazioni e restrizioni previste dalla polizza di assicurazione, spingendoli ad assumere una decisione di natura commerciale che non avrebbero altrimenti preso. A Ryanair l’Autorità ha contestato anche il meccanismo di deselezione dell’opzione di acquisto della polizza che il consumatore deve effettuare, risultato particolarmente macchinoso e poco trasparente: vi si accede, con difficoltà, tramite la ‘tendina’ della scelta del Paese di residenza, sotto la dicitura ‘Non mi assicurare’ posizionata, all’interno di un elenco di 21 nazioni, fra i paesi Netherlands e Norway. L’Autorità ha ritenuto pratica commerciale scorretta la fee richiesta per il rilascio della certificazione attestante la mancata fruizione del servizio di trasporto, indispensabile per il consumatore ai fini dell’indennizzo delle spese sostenute. Si tratta di un’informazione, ovviamente già in possesso delle compagnie aeree, che potrebbe facilmente essere trasmessa alla compagnia di assicurazione senza gravare sul consumatore. La fee, in alcuni casi, è addirittura superiore al costo del servizio assicurativo (20 euro la richiesta di Ryanair) e si aggiunge all’obbligo di contattare un numero a pagamento: in questo modo, secondo l’Antitrust, chi ha pagato la polizza viene scoraggiato dall’avviare la stessa pratica di rimborso che, in ogni caso, ‘sconta’ una franchigia elevata. Infatti, in base ai dati elaborati dagli uffici dell’Autorità nel corso dell’istruttoria, la percentuale di viaggiatori che hanno attivato pratiche di rimborso è stata estremamente bassa.

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