Partinico: Nocella, pesante inquinamento

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“Immissione illecita di reflui di matrice vinaria”. E’ il responso dell’Arpa, l’agenzia regionale protezione ambiente, dei prelievi effettuati lungo la foce del Nocella, nel territorio tra Partinico, Trappeto, Balestrate e Terrasini. L’esito delle analisi dei campioni delle acque prelevate sul fiume “color del vino” non dà scampo ad altre interpretazioni: ci sono scarichi vitivinicoli. A dire il vero i risultati confermano quello che è sempre stato molto più che un sospetto considerata la particolar colorazione delle acque ben visibile anche ad occhio nudo. In tutto sono tre i campioni di acqua prelevati: alla foce del torrente Nocella, a monte della confluenza del torrente Puddastri e ancora alla confluenza con il torrente Puddastri. L’esame è stato effettuato a seguito dell’ennesimo esposto-denuncia presentato dai Comuni del comprensorio che da qualche mese hanno deciso finalmente di avviare una serie azione di contrasto all’inquinamento, dopo anni di colpevoli silenzi istituzionali che hanno compromesso l’ecosistema marino della zona, tanto che dove scarica il Nocella, cioè sul mare di San Cataldo, vige da tempo immemorabile il divieto assoluto di balneazione. “Dall’esame di due campioni – scrive nella sua relazione il direttore dell’Arpa, Luigi Librici – si rileva una significativa presenza di Escherichia Coli derivante, ovviamente, dallo scarico do acque reflue urbane da impianti di depurazione non strutturati per l’idoneo abbattimento della carica batterica”. L’Arpa però esclude che la colorazione sia strettamente connessa a questo tipo di inquinanti. Il “color del vino” è frutto di “particolari lavorazioni industriali i cui scarichi, in determinati periodi, arrivano direttamente o indirettamente dei due corpi idrici”: “Nel caso specifico – aggiunge Librici – i rilievi effettuati confermano un’immissione illecita e comunque di breve durata di reflui di matrice vinaria probabilmente immessi nel tratto tra la confluenza del Puddastri e la foce del Nocella”. Nel dicembre scorso sempre l’Arpa aveva effettuato altri controlli a campione e anche in questo caso i risultati delle analisi furono eloquenti e parlarono di “elevata presenza di agenti inquinanti”. Oltre all’Escherichia Coli furono trovati elevate presenze di potassio nell’acqua rispetto a quella del sodio, e ciò sarebbe riconducibile a “scarichi di lavorazioni tipiche nel settore vinicolo e olivicolo”. Da tempo associazioni ambientaliste e non si battono per il disinquinamento del torrente. Recentemente hanno fatto una ricognizione i volontari di Liberacqua riscontrando una situazione preoccupante.

 

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