Stragi del ’92. Chieste verifiche su mafia americana. Proroga indagini su ex killer pentito

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Interrogativi senza risposte, vuoti in alcuni passaggi determinanti, depistaggi. Tanti i dubbi che ancora ruotano, dopo più di 30 anni, attorno alle terribili stragi di Capaci e di via D’Amelio in cui, nel 1992, persero la vita i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, la moglie del primo Francesca Morvillo e gli uomini delle due scorte. La procura di Caltanissetta ha quindi deciso di aprire nuove indagini per valutare il concorso di Cosa nostra americana nella strategia stragista del 1992 ed anche per ottenere una maggiore completezza nelle prove. Il gip, Santi Bologna, in relazione alle dichiarazioni dell’ex pentito ed ex killer catanese Maurizio Avola, ritenuto totalmente inattendibile dalla Procura di Palermo, ha ordinato altri 6 mesi di indagini respingendo la richiesta di archiviazione dei pm. Un’ordinanza che non vuole pronunciarsi sull’attendibilità di Avola, che è indagato assieme  al clan Santapaola, per le due stragi.

In merito alla pista americana, il gip ha ritenuto che siano necessari accertamenti “per il riferimento fatto dall’ex killer sulla presenza del così detto ‘straniero’ appartenente alla famiglia americana dei Gambino”. Per il gip di Caltanissetta  il procedimento (a prescindere dalle dichiarazioni di Maurizio Avola) può rivelarsi, specie per la strage di via D’Amelio, uno spunto per ‘riflettere’ sulla possibilità di riempire alcuni buchi neri nella ricostruzione della fase esecutiva dell’eccidio colmando la profonda limitazione di momenti di vera analisi tecnica (sui reperti della strage) verificatasi nel corso delle prime indagini svolte”. E cita per esempio l’aspetto legato all’imbottitura di tritolo della Fiat 126 usata in via D’Amelio. Necessari per il giudice anche ulteriori controlli sull’appartamento di via Aloisio Juvara in cui Avola sostiene di aver pernottato  il 17 e il 18 luglio 1992, proprio in vista dell’attentato di via D’Amelio, anche se è già emerso che in realtà quella casa sarebbe stata occupata da un carabiniere. Per questo sono stati chiesti accertamenti più circostanziati di quelli svolti finora. Così come va verificato se il poliziotto che, sempre secondo Avola, lo avrebbe accompagnato a Palermo nei giorni precedenti alla stragi “sia stato effettivamente assente dal servizio nei giorni indicati dal dichiarante”.