Strage di Alkamar, un ufficiale del SISDE avrebbe saputo tanto. Per Palmeri morte ‘naturale’

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Un alto dirigente del Sisde conosceva parecchi dettagli della strage della casermetta di Alcamo Marina in cui persero la vita due carabinieri nella notte tra il 26 ed il 27 gennaio 1976. Lo stesso 007 sarebbe stato protagonista di alcune clamorose operazioni di polizia come quella che nel 1993 consentì di ritrovare nel territorio di Alcamo un arsenale in dotazione a due carabinieri, La Colla e Bertotto.  Il nome di questo alto dirigente del servizio segreto italiano è stato scoperto dal gruppo di lavoro sulla strage di Alcamo Marina messo in piedi dalla commissione parlamentare antimafia diretta, la scorsa legislatura, dal senatore Nicola Morra.

Secondo l’organismo proprio quel dirigente del Sisde sarebbe un personaggio chiave e un profondo conoscitore delle dinamiche criminali in quest’area della provincia trapanese. Le ricerche della commissione, secondo la decisione del presidente della commissione Antimafia e sulla base di una precisa richiesta della Procura nazionale antimafia, dovevano rimanere segrete: contengono anche i verbali dell’interrogatorio dell’ex pentito di mafia Armando Palmeri, trovato morto in casa, in contrada Bosco Falconeria, a metà marzo. Palmeri, uomo fidatissimo e autista del boss alcamese Vincenzo Milazzo assassinato nel 1992, sarebbe deceduto di morte naturale.

Fra una decina di giorni sarà depositata la relazione sull’autopsia e sugli esami tossicologici che, secondo alcune indiscrezioni, non conterrebbero nulla di inquietante: nel corpo dell’uomo, nessuna traccia di veleni o altre sostanze che verrebbero indotto la morte. Tra le tante cose, Palmeri ha raccontato che nella primavera del ’92, ad Alcamo, si tennero degli incontri tra uomini dei Servizi segreti e Milazzo ai quali parteciparono anche due noti politici, entrambi divenuti poi senatori, un costruttore edile e un imprenditore palermitano, di origini alcamesi, morto poi in circostanze alquanto strane.

Poco invece è rimasto secretato perché già a settembre il giornalista Nicola Biondo, in un esposto inviato al presidente Morra e alla procura di Palermo, denunciò la fuga di notizie e anche il fatto che un ex militare di Gladio entrò in possesso dei documenti. Una vicenda inquietante attorno a una strage, quella di Alcamo Marina, che resta assolutamente misteriosa, una verità negata su quanto accadde veramente quella notte del 1976 nella casermetta di Alcamo Marina, sulle torture, sui successivi depistaggi (gli ultimi negli anni 2008-2020), sull’attività sovversiva svolta fino ad anni recenti, sull’assoluta assenza di indagini per ben 12 anni della Procura della Repubblica di Trapani.