Spari dei libici su pescherecci siciliani. Preoccupazione anche a Mazara del Vallo

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Una motovedetta libica avrebbe sparato alcuni colpi d’arma da fuoco di avvertimento verso il peschereccio ‘Salvatore Mercuriò, che si trovava in acque internazionali a nord di Bengasi assieme al ‘Luigi Primo, altro motopesca. I colpi non hanno provocato danni alle imbarcazioni, né feriti. In zona è intervenuta la fregata Grecale della Marina Militare che ha invitato la motovedetta ad allontanarsi, mentre un team sanitario e uomini del San Marco sono saliti a bordo dei pescherecci per garantire la sicurezza. Il ministro della Difesa Lorenzo Guerini è stato costantemente informato della situazione. La vicneda riapre una ferita mai chiusa, quella delle guerra del pesce nel canale di Sicilia.

L’ultimo caso di aggressione da. parte di una motovedetta libica, quella volta di Misurata, in acque internazionali (all’interno della tanta discussa ZEE dichiarata unilateralmente dalla Libia nel 2005, e mai riconosciuta e che si estende 62 miglia oltre le 12 territoriali), era avvenuto proprio un anno fa ai danni del peschereccio “Aliseo” di Mazara del Vallo; in quella circostanza il comandante Giuseppe Giacalone rimase ferito da alcune schegge del vetro della cabina di comando. Per non parlare del sequestro nel 2020 da parte del generale Kalifa Haftar, l’uomo forte della Cirenaica, dei due pescherecci mazaresi “Medinea”e “Antartide” e di 18 pescatori (8 italiani, 6 tunisini, 2 senegalesi e 2 Indonesiani) rimasti prigionieri per 108 giorni nelle carceri di Bengasi in condizioni pietose.

“Il pronto intervento della nostra Marina Militare ha sventato quello che poteva diventare un nuovo caso di sequestro di motopesca siciliani da parte di vedette libiche. Come abbiamo ribadito alla Commissione Pesca del Parlamento europeo nella sua recente visita a Mazara del Vallo – ha detto il sindaco Salvatore Quinci – la vicenda dei rapporti con i Paesi rivieraschi va affrontata urgentemente ed in particolare la vicenda ‘Libia’. Andare per mare per i nostri pescatori, mazaresi e siciliani tutti, è già di per sé un rischio ma non può essere un costante pericolo anche per la vita”. 

“La notizia dei colpi sparati ieri sera dalla motovedetta libica verso i due motopesca ripropone d’attualità la questione sicurezza per i nostri pescatori che lavorano nel Canale di Sicilia” ha invece aggiunto il segretario Uila pesca Sicilia Tommaso Macaddino, a qualche giorno dall’apertura, il 6 giugno, del congresso su ‘La pesca siciliana al centro del Mediterraneo, diritti e doveri’ che si terrà proprio a Mazara del Vallo. Per Macaddino “la questione di accordi bilaterali tra Italia e Libia non è più rinviabile è ancora viva dentro tutta la marineria mazarese la ferita del sequestro di 108 giorni che hanno vissuto 18 pescatori in Libia. Di sicurezza se ne parla quando c’è il caso di cronaca e poi il tema cade nel dimenticatoio” ha concluso con amarezza il sindacalista mazarese.