Sequestro da 2,5 milioni a ex vice-sindaco di Alcamo. Perricone accusato di mafia

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Circa tre mesi fa era stato condannato dal tribunale di Trapani a cinque anni di reclusione per associazione a delinquere e corruzione. La sua posizione, in aula, era però stata alleggerita in quanto altri reati non vennero riconosciuti come prevedeva invece la pena richiesta dal pm a 12 anni e 5 mesi. Adesso gli inquirenti hanno inferto un altro duro colpo all’ex vice-sindaco di Alcamo, Pasquale Perricone, al quale sono stati sequestrati beni per oltre due milioni e mezzo di euro. Le indagini si rifanno sempre a quelle che hanno portato all’operazione “Affari Sporchi” condotta dalla Giardia di Finanza e che, nel maggio del 2016 portarono all’arresto dell’imprenditore e politico alcamese, oggi 66enne. Alcuni aspetti sono stati però adesso valorizzati come quello relativo ad alcune aggiudicazioni pubbliche a seguito delle quali Perricone il suo entourage dovevano versare alla famiglia mafiosa di riferimento una percentuale fissa del 2% rispetto al prezzo corrisposto dall’ente pubblico. Il sequestro operato dalla Direzione Investigativa Antimafia e dal Nucleo PEF della Guardia di Finanza di Trapani è stato messo a segno perché Pasquale Perricone, imprenditore che operava sia nel settore degli appalti pubblici che in quello della formazione professionale, ha ricevuto un giudizio di pericolosità sociale di tipo “qualificato” includendolo nella categoria degli indiziati di appartenere all’associazione di tipo mafioso.

Le indagini degli investigatori in tal senso sarebbero state corroborate anche dall’importante contributo di alcuni collaboratori di giustizia del territorio. Il contesto indiziario ha consentito di riconoscere Perricone quale dominus di un sodalizio criminoso che operava per il conseguimento di illeciti profitti derivanti da finanziamenti pubblici in favore della formazione professionale e da pubbliche erogazioni ottenute grazie a truffe e illecite distrazioni patrimoniali poste in essere attraverso una fitta rete di società gestite dall’ex politico alcamese. Tra i beni sottoposti a sequestro, per un valore complessivo stimato in circa due milioni e mezzo di euro, sei aziende operanti nella formazione professionale, nel settore edile e nel commercio import-export, il 50% delle quote di una società immobiliare, 4 immobili di cui uno anche a Pantelleria e 6 rapporti finanziari.