‘Scrigno’, torna in carcere il pacecoto Alcamo. 11 mesi per scambio politico-mafioso

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Era stato condannato a 3 anni di reclusione, per scambio elettorale politico-mafioso, con interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. Adesso Michele Alcamo, cinquantenne di Paceco, è ritornato in carcere per scontare un residuo di pena di undici mesi. Il pacecoto era stato arrestato nel marzo del 2019, su richiesta della procura della DDA, nell’ambito dell’operazione antimafia ‘Scrigno’ che aveva coinvolto pure noti politici, su tutti l’ex parlamentare regionale Paolo Ruggirello, poi condannato. Venticinque le persone accusate, a vario titolo, di associazione mafiosa, scambio elettorale politico mafioso, estorsione, danneggiamento seguito da incendio e altro, tutti reati aggravati dal metodo mafioso. Con le indagini i carabinieri avevano inflitto un duro colpo al mandamento mafioso di Trapani e Paceco. Accuse confermate in giudizio con la grandinata di condanne arrivata in tribunale. In particolare, per il reato contestato a Michele Alcamo e ad altri, gli investigatori dell’Arma avevano fatto luce sui rapporti tra mafia e politica, documentando la mobilitazione mafiosa per le elezioni regionali dell’autunno del 2017, finalizzata al procacciamento di voti in favore di alcuni candidati, su tutti Ruggirello, attraverso l’attivazione della rete di contatti del circuito mafioso e l’acquisto in denaro di voti a seguito di accordi illeciti. Erano proprio i rappresentanti locali della politica che si offrivano ai mafiosi, proponendosi come loro punti di riferimento, arrivando, in alcuni casi, addirittura ad affidare loro la gestione, seppur parziale, della propria campagna elettorale. Tra i politici, oltre a Ruggirello, sono stati anche condannati per corruzione elettorale Vito Mannina e Alessandro Manuguerra. Michele Alcamo, tornato adesso in carcere, è figlio di un esponente di vertice della famiglia mafiosa di Paceco.