Tre aziende di Alcamo ed una di Salemi. La mannaia della Regione si abbatte sulla provincia di Trapani in maniera impietosa: per loro addio ai contributi che avevano ottenuto in quanto risultati posizionati in graduatoria per alcuni bandi emanati dallo stesso governo regionale. In sostanza non avrebbero convinto nella presentazione della certificazione antimafia e da qui è scattato il provvedimento del governo di Palazzo d’Orleans. Il presidente della Regione ha divulgato i nomi delle aziende su cui è stato disposto il provvedimento. Cinque operavano invece nel settore “Acque e rifiuti” e di queste due sono alcamesi e si tratta della Sirtec e della D’Angelo Vincenzo. La Sirtec ha avuto qualche problemino con la giustizia nel 2009 quando il corpo forestale di Castellammare del Golfo intervenne con un provvedimento di sequestro per un presunto inquinamento ambientale. Ancor più pesante l’inchiesta che scattò invece nei confronti della ditta D’Angelo, in realrà finito più volte nel mirino delle procure. E’ stato più volte oggetto di indagini e di sequestri delle sue aziende che trasformano i rifiuti. Il nome di Vincenzo D’Angelo è uscito anche (perché intercettato) in una indagine di mafia, e ancora nelle indagini a proposito dello smaltimento dei residui di lavorazione provenienti dal porto di Trapani ai tempi della Louis Vuitton Cup del 2005, le gare preliminari alla Coppa America. Un’altra azienda alcamese è finita nel mirino della Regione, con conseguente revoca dei contributi: la Cmg che opera invece nel settore dell’energia. Infine è finita nella tagliola di Crocetta un’altra azienda trapanese, questa volta operante sul fronte dell’agricoltura, la NV Agroenergie di Salemi. Non è entrato nello specifico il governatore ma appare chiaro che per queste aziende non ci sarebbe tutta la documentazione necessaria per ottenere la certificazione antimafia. La documentazione antimafia deve essere richiesta alla Prefettura dalle pubbliche amministrazioni e dagli enti pubblici, dagli enti e dalle aziende vigilate dallo Stato o da altro ente pubblico e dalle società o imprese comunque controllate dallo Stato o da altro ente pubblico, nonché dai concessionari di opere e servizi pubblici. I soggetti privati interessati possono richiedere direttamente la certificazione antimafia, producendo copia della lettera dalla quale risulti che l’amministrazione competente per la richiesta è stata informata dell’intenzione del privato di avvalersi di tale facoltà e non ha espresso avviso contrario.